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attenuati di forze. Può bene esser causa di piacere: percliè il piacere non sempre è cosa viva; anzi forse la maggior parte dei diletti umani con- sistono in qualche sorta di languidezza. Di modo cbe i sensi dell’ nomo sono capaci di piacere anche presso «li’estinguersi ; atteso che spessissime volte ia stessa languidezza è piacere; massime quando vi -libera da patimento ; poiché ben sai che la cessazione di qualunque dolore o disagio, è piacere per se medesimaé Sicché il languore della morte debbe esser più grato secondo che libera 1* uomo da maggior patimento. Per me, se bene nell’ora della morte non posi molta attenzione a quel che io sentiva, perchè mi era proibito dai medici di affaticare il cervello ; mi ricordo però ohe il senso che provai, non fu molto dissimile dal diletto che è cagionato agli uomini dal languore del sonno, nel tempo che si vengono addormentando. gli altri morti. Anche a noi pare di ricordarci altrettanto. ruy. Sia come voi dite: benché tutti quelli coi quali ho avuta occasione di ragionare sopra questa materia, giudicavano molto diversamente: ma, che io mi ricordi, non allegavano la loro esperienza propria. Ora ditemi : nel tempo della mpr- te, mentre sentivate quella dolcezza, vi credeste di morire, e che quel diletto fosse una cortesia della morte; o pure immaginaste qualche altr^ cosa?. ■morto. Finché non fui morto, non mi persuasi mai di non avere a scampare di quel pericolo ; • se non altro, fino all’ultimo punto che ebbi fa¬