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DI FEDERICO RUY8CH 6C. 167 mor. E il morire non t.i par naturale? mostratili un uomo, o una bestia, o una pianta, che non muoia. j|UY. Non mi maraviglio più che andiate cantando e parlando, se non vi accorgeste di morire. . 'Cosi colui,' del colpo non accorto Andava combattendo, ed era morto} dice un poeta italiano. Io mi pensava che sopra questa faccenda della morte, i vostri pari ne sapessero qualche cosa più che i vivi. Ma dunque, tornando sul sodo , non sentiste nessun dolore in punto di morte? mor. Che dolore ha da esser quello del quale clii lo‘prova, non se ne accorge:? ruy. A ogni modo, tutti 6Ì persuadono che il sentimento della morte sia dolorosissimo. mor. Quasi che ,la morte fosse un sentftnento, e non piuttosto il contrarie. rut. E tanto quelli che intorno alla natura dell* anima si accostano col parere degli Epicurei, quanto quelli che tengono la sentenza comune, tutti, o la più parte, concorrono in quel che io dico; cioè nel credere che la morte sia per natura propria, e senza nessuna comparazione, un dolor vivissimo. mor. Or bene, tu domanderai da nostra parte agli uni e agli altri: se 1*uomo.non ha facoltà di

  • avvedersi del punto^ in cui le operazioni vitali, in

maggiore o minor parte, gli restano non più che interrotte, o per sonno o per letargo o per sincope