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perchè sei pur desiderato da’ tuoi amici (in ispecie da Tommasini che mi ha fatto cercare le tue nuove), e più di tutto da me che ti ho in conto del mio migliore conforto e maestro. Ho avuto il quaderno dell’Antologia, nel quale doveva essere un articolo sul Monti,1 e non vi è nulla. Così debbo contentarmi delle due righe poste negli annunzj bibliografici del fase, preceda le quali due righe mancano delle cose più sostanziali e non sono tutte vere. A Milano e a Lugano, senza che io ne cerchi, sono stati inseriti interi i miei Manifesti. Ma l’Antologia si sarebbe avvilita a farlo. Essa ha un’invincibile antipatia per i libri veramente buoni e utili! E difatto i lodatori della Palli e della Pordoni hanno da avere le opere di Monti per la più alta sciocchezza del mondo! Scusa lo sfogo, e sopratutto ti prego bene a non dirne il minimo che col Vieusseux. Già il suo arti- colo non verrebbe più a tempo, e poi io godo assai che rimanga, fra gli altri, questo solenne titolo per tenermi distaccato da lui, e non aver più da vederlo, tenendolo per un uomo degnissimo di questo secolo, ecc., e non avendo io nè volontà nè motivo di far buon viso a chi non istimo. Vorrei, caro Leopardi, soddisfare al desiderio di Giordani, scriven- dovi a lungo della sospensione delle sue opere: ma poco ho da dirne; il qual poco basterà forse. Arrivato in questa Dogana il pacco de’ suoi volumi XV. e XVI. il Sinedrio risolse di promuovere una sospensione. L’Arcivescovo acconsentì, e la sospensione dura ancora, e siamo ai 15. giorni. Io mi sono abboccato con Mezzofanti, col Cancelliere del- l’Arciv.0 col suo Vicario generale e coll’immortale latinista Ferruzzi2 (Egli stampa Ferrucci, per imitare Collenuccio ecc.). Dicono che oggi andrà una nuova Consulta de’ Revisori all’Arciv.0 e dimani sarà deciso. Non credo che dimani si deciderà; ma se mai si decidesse, i dati che ho raccolto, massime da Mezzofanti mi fanno supporre che la decisione sarà di proibire l’introduz.e nello stato di qualunque opera del Giordani. Mi confermo che il Sinedrio è molto inquieto sul conto del Giordani, e non sono valute le mie migliori ragioni a togliere le impressioni sinistre. Questo impensatissimo accidente è una mia decisa ruina. Io non posso più lusingarmi in altro se non che la opinione de’ buoni si starà ferma in mio favore, conoscendo che il mio precipizio nasce da impero stranissimo di potenze che io non ho facoltà di rimo- vere. Certo mi sono disposto da questo momento a fare un po’ di stre- pito, perchè almeno si salvi l’onore, quando è inevitabile di veder sagri- ficato l’interesse. Ma di ciò v’informerò mano mano.