no recente cpamou. Ma di Fozio non v’è nè anche una linea, e
(come lasciai quivi scritto in un fogliolino, che credo che ancora
si conservi) contiene sotto il nome del Crisostomo le cose date
dal Montfaucon, tra le spurie, sotto il nome di Tito Bostrense.
1952. |
Di Francesco Cassi. |
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[Pesaro 12. Gennajo 1837.] |
Mio dolcissimo amico e Cugino
Gradite che io a voi mi ricordi, mentre io voi mai non dimentico.
La lontananza, che da voi mi divide, non separa il mio cuore dal vostro,
e sovente cerco il conforto di avere vostre notizie. Ultimamente mi
fu dato sapere che tuttavia dimoravate in codesta capitale, e che il
vostro stato di salute non peggiorava di condizione. Sarei molto con-
tento se ciò mi fosse confermato da una lettera vostra, o da quella di
qualche amico cui da voi fosse data la commissione di scrivermi in
proposito.
Io non conduco giorni lieti. La mia povera Elena per un tumore
scirroso alla destra mammella ha dovuto nel cuore del verno recarsi
in Pisa per farsi operare dal Professore Regnoli. L’operazione riuscì
felice, ma fu lunga e penosa; e penosa e lunga n’è la convalescenza,
mentre corre il terzo mese che la mia buona Figlia non può intera-
mente ristabilirsi, nè far ritorno in sua casa. Da ciò rileverete che la
tranquillità e la contentezza dell’animo non mi sono compagne.
Aggiungete a questo domestico mio infortunio i danni e le perdite
a cui ho dovuto soggiacere per la mia impresa della Farsaglia,1 e giu-
dicate se ho ragione di lamentare la mia fortuna. Nondimeno non voglio
perdere nè il mio ardire, nè il mio coraggio; e giacché dopo tante pub-
bliche e private sciagure mi è finalmente conceduto di distribuire intero
il mio volgarizzamento della Farsaglia, io mi affretto di spedirne in
codesta metropoli un sufficiente numero d’esemplari, raccomandan-
done la distribuzione al mio Cugino Conte Giuseppe Perticari, costì
dimorante, il quale da sè medesimo si offerse di rendermi sì segnalato
favore; mentre le cose della mia povera impresa, se riuscirono a mal
fine in altre città, lo toccarono pessimo in Napoli, ove le mie prime
distribuzioni furono disordinatamente e confusamente eseguite, per