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Di Domenico De Rossetti. |
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[Trieste 2.1 Maggio 1827.J |
Chiarissimo Signore.
Il saggio di volgarizzamento, ch’Ella per secondare il mio deside-
rio ebbe la bontà di fare e di spedirmi con sua lettera dei 2 del cor.e
Maggio,1 mi prova tutt’altro che quello fu suo intendimento di pro-
varmi con esso. Io vi veggo fedeltà facilità e felicità di traduzione più
che bastevoli a contentare qualunque schifiltoso. Ma posciacchè il suo
genio vi repugna sarei troppo indiscreto se osassi di persistere nella
mia preghiera. Io La ringrazio pertanto del saggio favoritomi, e La
prego di perdonarmi il tedio che anche questo solo potrebbe averle
causato.
Circa l’affare che in Milano Le avea raccomandato pel Marchese
Antaldi, fu Ella bene informato per l’abboccamento ch’ebbi quest’anno
seco lui a Bologna. Lo rividi poi anche a Pesaro, e giorni fa ebbi sue
lettere; onde nulla più resta per doverle su questo argomento essere
di incomodo. - Non è però cosi riguardo al Conte Cassi, di cui godo
sentire essere Ella cugino. Mi duole che questi non abbia trovato tempo
per iscrivermi qualche cosa in riscontro del mio invito. Ma più assai
mi rincresce il saperne adesso eziandio il suo rifiuto. Ed a questo ina-
spettato e certamente non lieve sconforto, mi sopragiunge quello ch’Ella
mi dà intorno alle versioni del Perticali. La ragione ch’egli Le adduce
della ora negata comunicazione di queste versioni, è misteriosa, e però
tale da doverla rispettare senza altre indagini. Ma ciò non m’impedi-
sce di farne le meraviglie. Io gli chiesi di volermi significare a chi possa
rivolgermi per avere il volgarizzamento che Perticari fece di un’egloga
del Petrarca, che poi da altri riseppi essere la VI. La ved." contessa
Costanza mi fece scrivere che avea intenzione ella stessa di pubbli-
carla con altre cose inedite del del.0 marito, e che perciò non potea
compiacermi. Il Conte Cassi all’incontro parla di Epistole, delle quali
io nemmeno sapea essersi occupato il Perticari, e dice che il darle fuori
sarebbe cosa di manifesto pericolo per Ini e per la sua famiglia. Io non
so formarmi idea nè di quella contraddizione nè di questo pericolo;
e però dovrò acquietarmivi appunto come bisogna fare circa tante altre
cose onde non perdano il merito della misteriosità. Tuttavia s’Ella potrà
procurare che il Sig.r Conte Cassi me ne illumini alquanto, seppure