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mio animo tanta consolazione quanto quest’ultima vostra. Appena io l’ebbi ricevuta corsi dal mio Ferdinando, e da tutta la mia famiglia, e non è da potersi esprimere il piacere che meco ne provarono. Molte volte si va per me esclamando che la soverchia sensibilità è un tristo dono che la natura ci accorda, essendo infiniti i travagli, pochi i pia- ceri della vita. Chi può negarlo? pure, che volete? un solo di tale qua- lità che la buona fortuna mi porga, fa sì ch’io mi ritratti di quella mia proposizione, e non disapprovi questa forma di sentire. Vi ricordate le nostre lunghe conversazioni intorno a questo argomento? quando mai potranno ripetersi? speriamo nell’avvenire. Giordani mi dice con sommo dispiacere di non aver ricevuto il libro che gli avete inviato.1 A ogni modo ve ne ringrazia senza fine, e vi saluta carissimamente. Provo molto piacere per ciò che mi dite intorno alle vostre opere. Vi raccomando che tanto Maestri, quanto Tommasini siano fra i nomi degli associati. La mamma non mancherà d’inviarvi colla prima occa- sione que’ libri chc non avete ricevuti. Non lasciate di rubare qualche minuto alle cose vostre per iscrivermi quanto più spesso potete qual- che linea. Ora che siete in buona salute, se non lo farete, non potrò più perdonacelo, c dovrò dirvi con ragione che siete avaro coll’ami- i cizia. Il che non credo che vogliate essere. Addio! Addio! Ferdinando, Clelietta, e tutta la mia famiglia v’invia mille affettuosi saluti. La nostra salute è buona. La vostra Adelaide

1937. Di Pietro Manni.
[Napoli dal Palazzo Sirignano 5 Maggio 1836]

Pregiatissimo Sig.r Conte Venne a me il Sig.r Cioffi, pregato a favorirmi: parlammo lunga- mente intorno al noto manoscritto. Mi pregò a volergli permettere di portarlo seco per ventiquattro ore, e me lo ha rimesso eolie sue osser- vazioni. Ho parlato anche intorno a questo argomento col Sig.r Trani, ma non vuole stampare che per conto altrui. Le dico tutto ciò per mostrarle che il suo affare mi ha interessato molto. Ma poiché vuole onorarmi di una sua visita di buon grado l’accetto, e se non le sia di fastidio grandissimo io mi troverò in casa alle ore tre pome, ed allora