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Mio caro Papà, non voglia lasciarmi più lungo tempo senza qualche sua riga. Io sto, grazie a Dio, molto sufficientemente bene, ed anche gli occhi vengono un poco ricuperando. Col buon Matteo Antici, che ancora è qui, ho la consolazione di parlare continuamente di Lei, della Mamma e dei fratelli; il rivedere i quali, e Tesserne riamato, è il maggior desiderio ch’io abbia in terra.

1912. Di Carlo Antici.
Roma li 22 Ag.° 1835

Caro Nepote Se traspirava qualche acerbità nella mia de’ 15 luglio, attribuitelo al mio cordoglio di vedermi compromesso in affare pecuniario. E tanto più io avevo ragione di non dissimulare, quanto che ad onta delle mie insinuazioni contrarie, voi voleste che traessi la cambiale sopra il noto soggetto. Se si eseguiva il parere del Vecchi, il rimborso sarebbe stato ritardato, come avviene ugualm.', ma non avrebbe sofferto la mia cambiale l’onta di un rifiuto. Astenetevi dall’accludermi lett.e pel vostro Genitore onde ripetere da lui li noti scudi 39 -2 gli si darebbe in tal modo un doppio dispia- cere, e voi dovete comunicargli direttami i vostri bisogni. Quanto al mio credito suindicato io sarò contento riscuoterlo immancabilm.c entro il prossimo Nov. scadendo a mio carico nell’ul- timo giorno di quel mese un vistoso pagamento. Voi non potete imma- ginare quali pesi gravino le mie spalle, benché io non abbia fatto un sol bajocco di debito per spese volontarie, seppure volontario (che non lo è davvero) non voglia dirsi il mio soggiorno in Roma. Abbiate cura alla vostra salute ora che sotto cod. benigno cielo l’avete alquanto ristabilita. E vero che questa terrena vita vai poco in se stessa, ma il suo prezzo è immenso considerata come preparato- ria alla vita avvenire. Accetterò la solita cambialetta di £ 25, e di cuore mi ripeto V.° Aff. Zio Carlo Antici