Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/790

1899. A Monaldo, Adelaide, Carlo, Paolina e Pierfrancesco Leopardi. Napoli 25 Aprile 1835 Mio caro Papà I Io lungamente sperato di rispondere alla sua ultima, annun- ziandole la mia partenza per Roma. Io aveva già, secondo l’uso, a Gennaio disdetta la casa, nè cercato d’altra, quasi mettendomi così nella necessità di partire; perchè qui, dentro il Gennaio, quasi tutte le case sfittate si riaffittano per il 4 maggio, giorno in cui si fanno gli sgomberi; e da Gennaio in poi è difficilis- simo trovar quartieri. Ma da che io sono a Napoli, una serie di circostanze penose, nelle quali io non ho alcuna colpa, e che sono difficili a descriversi per lettera, mi ha travagliato in modo, che mentre mi rendeva duro lo stare, non mi concedeva il par- tire. Lascio che non ho mai potuto veramente porre insieme tanto danaro che bastasse per il viaggio: perchè questa diffi- coltà, benché grave, non è la maggiore fra quelle che mi hanno trattenuto. Mi contenterò di dirle che dopo essermi trovato non di rado, anzi spesso, in istrette assai forti, e per me nuove, pare che il mio amico Ranieri sia riuscito a stabilire un’impresa let- teraria, nella quale io avrò parte col nome, e con qualche aiuto di fatto; e che a lui ed a me può riuscire di molta utilità. ITo avuto la sorte, qui singolarissima, di trovare un quartiere a mese, senza dovere andare, come io temeva, in locanda:1 non sarò obbligato di trattenermi ancora se non quanto sarà necessario ad avviare quest’impresa, la quale dee somministrarmi i mezzi di lasciare questo odioso soggiorno, e di riabbracciar Lei e la mia famiglia: cosa la quale desidero che Ella sia persuasa che è almeno altrettanto sospirata da me che da Lei, e che in que- ste lunghe e sempre ripetute dilazioni della mia partenza non entra nessuna mia nè colpa nè volontà. Dalla sua ultima ho veduto con vivo dispiacere il mal paga- mento che le è reso dai sacerdoti dell’interesse con cui Ella ha