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1889. A Monaldo Leopardi.
Napoli 3. Feb. 1835.

Mio caro Papà Sono stato per due interi mesi in una dolorosa oscurità circa le sue nuove, non vedendo risposta alla mia degli ultimi di Novembre, nè sapendo come interpretare a me stesso il suo silen- zio, sinché finalmente oggi mi è stata mandata dalla posta la sua cma dei 4 Die. giunta qui Vii del med. \1 Più che l’altre cir- costanze, un freddo intenso e straordinario cominciato qui ai 10 di decembre e continuato costantemente per un mese, mi ha impedito di pormi in via, com’io sperava di fare, prima del nuovo anno. Ora il mio principale pensiero è di disporre le cose in modo, ch’io possa sradicarmi di qua al più presto; ed Ella viva sicura che quanto prima mi sarà umanamente possibile, io partirò per Recanati, essendo nel fondo dell’anima impazien- tissimo di rivederla, oltre il bisogno che ho di fuggire da questi Lazzaroni e Pulcinelli nobili e plebei, tutti ladri e b. f. degnis- simi di spagnuoli e di forche. La mia salute, grazie a Dio, con- tinua a migliorare notabilmente; effetto, cred’io, della stagione sana, più che del clima. Mi benedica di nuovo, e riceva infiniti augurii d’ogni maggiore prosperità dal suo amantissimo figlio Giacomo

1890. Di Francesco Puccinotti.
Firenze 7 Febbrajo 1835

Onoratissimo e amatissimo Leopardi mio Il marchese Pompeo Azzolino, uno de’ tuoi più caldi e sinceri ammi- ratori, ha dato in luce questo libretto su Dante,1 che per mia parte vuole a te inviato e raccomandato. Se la salute, come spero, te lo per- metterà me ne favorirai, dopo letto, un tuo autorevole giudizio che