1889. |
A Monaldo Leopardi. |
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Mio caro Papà
Sono stato per due interi mesi in una dolorosa oscurità circa
le sue nuove, non vedendo risposta alla mia degli ultimi di
Novembre, nè sapendo come interpretare a me stesso il suo silen-
zio, sinché finalmente oggi mi è stata mandata dalla posta la
sua cma dei 4 Die. giunta qui Vii del med. \1 Più che l’altre cir-
costanze, un freddo intenso e straordinario cominciato qui ai
10 di decembre e continuato costantemente per un mese, mi
ha impedito di pormi in via, com’io sperava di fare, prima del
nuovo anno. Ora il mio principale pensiero è di disporre le cose
in modo, ch’io possa sradicarmi di qua al più presto; ed Ella
viva sicura che quanto prima mi sarà umanamente possibile, io
partirò per Recanati, essendo nel fondo dell’anima impazien-
tissimo di rivederla, oltre il bisogno che ho di fuggire da questi
Lazzaroni e Pulcinelli nobili e plebei, tutti ladri e b. f. degnis-
simi di spagnuoli e di forche. La mia salute, grazie a Dio, con-
tinua a migliorare notabilmente; effetto, cred’io, della stagione
sana, più che del clima. Mi benedica di nuovo, e riceva infiniti
augurii d’ogni maggiore prosperità dal suo amantissimo figlio
Giacomo
1890. |
Di Francesco Puccinotti. |
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Onoratissimo e amatissimo Leopardi mio
Il marchese Pompeo Azzolino, uno de’ tuoi più caldi e sinceri ammi-
ratori, ha dato in luce questo libretto su Dante,1 che per mia parte
vuole a te inviato e raccomandato. Se la salute, come spero, te lo per-
metterà me ne favorirai, dopo letto, un tuo autorevole giudizio che