lettera. Imaginatevi il mio dolore, e nel tempo stesso la gratitu-
dine che vi ho d’avermi chiarita una cosa, nella quale ben cono-
scete che il dubitare e Pignorare le circostanze mi furono di molta
pena. Se avete via di fare rappresentare a Giordani il mio dolore
e ch’egli abbia i miei saluti, fatelo, che mi darete una grandis-
sima consolazione.
Io sono guarito di quella malattia degli occhi con la quale
mi trovò Ferdinando. Ma sempre ho gli occhi debolissimi, e per
questo solo non vi ho scritto prima, ed ora vi scrivo per mano
altrui. Sempre ho desiderato di riveder voi ed i vostri; e sem-
pre lo desidero. Ma non so quando mi sarà dato questo con-
tento. L’aria di Napoli mi è di qualche utilità; ma nelle altre
cose questo soggiorno non mi conviene molto... Spero che par-
tiremo di qua in breve il mio amico ed io. Non so ancora per
qual luogo. In caso che mi si desse occasione di passare da Parma,
pensate se l’avrò cara! Saluto affettuosamente la Mamma, il Papà,
Ferdinando e la Clelietta, la quale non oso più baciare. Il mio
amico risaluta caramente il bravo Ferdinando; e a voi bacia la
mano il vostro Leopardi.
Addio, mia cara Adelaide, addio di tutto cuore.
Il vostro Leopardi
1881. |
Di Francesco Cassi. |
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[di Pesaro 12. Maggio 1834] |
Mio carissimo Cugino
Non farò con voi le parole di scusa che ho dovuto adoperare con
gli altri grandi Letterati vostri pari, giacché i vincoli di parentela
insieme e di amicizia che ci stringono, mi fanno certo che voi non mi
apporrete a colpa il ritardo delle pubblicazioni del mio Lucano,1 e che
anzi avrete per buone tutte le ragioni da me addotte su ciò nel mani-
festo che vi rimetto, e vi raccomando. Per le stesse ragioni io debbo
contare sul compatimento vostro agli errori del mio ingegno. Altro
adunque non mi rimane che pregarvi di continuare a proteggere la mia
impresa, specialmente in riguardo al fine cui essa è destinata. Il monu-