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1857. Ad Antonio Ranieri.
[Firenze] 13 Apr. [1833]

Ranieri mio. Indirizzo anche questa a Roma senza sapere se fo bene, perchè ancora non ho la tua d’oggi. Dio mi conceda di rivederti prima ch’io muoia: che ormai mi pare appena pro- babile, non per tua colpa certamente. Addio, tcoXù iizi- xaXoufieve,1 addio con tutto il mio cuore.

1858. A Louis de Sinner.
[Firenze 18 Aprile 1833]

Sarò veramente breve questa volta, mio impareggiabile amico, per estrema necessità impostami da’ miei poveri occhi. Ancora non mi è stato possibile di leggere il libro di Castilho, del quale vi rendo un milione di grazie. Vi mando sotto fascia, insieme col saggio sugli Amori del Tasso,1 una copia de’ miei Canti: ma non ho potuto procurarmi le Operette, perchè non si trovano più in niun luogo, se non forse a Milano. - Desidero che M. Thilo sia contento dell’acclusa collazione. Quando gliela man- derete, accompagnatela, vi prego, co’ miei complimenti. Essa è fatta dal Bencini, che vi riverisce: la spesa è troppo frivola, perchè vaglia il pregio di parlarne. - Ebbi il libro di M. Ber- geri e lo raccomando a Vieusseux, ma l’Antologia, come saprete, è soppressa per decreto granducale. - Debbo anche ringraziarvi del bel volume dell’Havelok,3 e soprattutto del vostro articolo nel Siècle, dove ho riconosciuto, con vivi sensi di gratitudine, la dolce affezione che l’ha dettato. -4 Questa lettera, così breve com’ella è, cominciata in Gennaio!! non ha assolutamente potuto esser finita che oggi, a causa di una fiera ed ostinatissima oftalmia, della quale sono appena conva- lescente. Perdonate alla mia infermità, mio pietoso amico: io