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de’ 27,1 benché tristissima, mi consola per la dolce speranza che mi dà di quello ch’io più desidero al mondo. Feci accettare la cambiale. Ti lascio perchè i miei occhi sono in uno stato non credibile a chi non lo prova; ma ti amo quanto si può più amare. Addio senza fine.

1806. Ad Antonio Ranieri.
[Firenze] 6 Die. [1832]

Ranieri mio. Ilo la tua del primo. Io ho scritto due volte a Francesco Pane Impiegato nel Gran Libro; l’altre volte a te, secondo il tuo avviso. Non puoi credere quanto mi dispiaccia questa brevità che sono costretto usar teco; ma se tu potessi comprendere lo stato dei miei poveri occhi, conosceresti che estrema necessità mi sforzi malgrado mio. Intanto io t’amo come tu solo puoi intendere, e darei anche i miei occhi per conso- larti, se valessero. Ti abbraccio come mia unica causa vivendi. Addio, addio.

1807. Ad Antonio Ranieri.
[Firenze] 8 Die. [1832]

Ranieri mio. Oggi non ho tue nuove. Ti ripeto ch’io ho scritto due volte a Francesco Pane, le altre volte a te.1 Ti ripeto ch’io t’amo quanto si può amare in questa vita, e che ogni giorno, ogni ora ti sospiro. I miei occhi sono sempre in uno stato infe- licissimo, cosa che mi travaglia molto. Addio, anima mia. Ti abbraccio senza fine. Non lasciar mai di scrivermi.