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1798. Ad Adelaide Antici Leopardi.
[Firenze, 17 Novembre 1832]

Mia cara Mamma Io non le scrivo mai, ed ora lo fo per disturbarla con una preghiera. Ciò è molto dispiacevole per me, ma Ella sa le cagioni del mio silenzio ordinario, e la necessità è la causa della straor- dinaria preghiera. E già qualche tempo ch’io scrissi al Papà rag- guagliandolo delle mie circostanze; gli esposi tutti gli sforzi fatti da me finora per proccurarmi di che sussistere senza incomo- dar la casa; gli mostrai come e perchè ciò mi sia divenuto impos- sibile; e finii pregandolo a volermi accordare un assegnamento mensile di 12 francesconi, coi quali avrei meschinamente proc- curato di tirare avanti. Papà mi rispose di scriverne a Lei diret- tamente. Sono stato malato, e la convalescenza mi ha lasciato una tal debolezza d’occhi, che finora, per quanto la necessità stringesse, non ho assolutamente potuto scrivere. Oggi final- mente, non potendo anche tardar più, mi riduco a questo passo, che mi costa moltissimo, e fo a Lei la stessa preghiera che al Papà. Creda, mia cara Mamma, che il darle questa noia è mille volte più penoso a me che a Lei. Ma d’altronde, s’io tornassi stabil- mente costà, consumerei pur molto in casa, e sarei di grandis- simo e continuo incomodo coi miei metodi strani di vita, e colla mia malinconia. E di più non sarei a portata di cogliere le occa- sioni che si presentassero di provvedermi, e di liberar la casa da questo peso, come non lascio di sperare che mi venga pur fatto una volta, vivendo in paesi dove tali occasioni si diano. Ella vede che io non dimando per viver qui, se non l’assegna- mento accordato costì a Carlo. Non starò a ricordarle che io ho sempre cercato di non darle nessun disgusto, perchè non credo che ciò costituisca in me nessun merito: solamente le faccio osser- vare, che non vorrei ora darle questo primo fastidio, se la pre- cisa necessità non mi sforzasse. Se otterrò da Lei, come spero, una risposta favorevole, io