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è preziosissima. La mia è buona, ed è pur buona quella della mia fami- glia, e se non fossero le angustie economiche, che come sapete mi tor- mentano senza fine, sarei pur meno infelice. Ma il mio progetto di traslocamento ancora non ha potuto avere luogo, poiché io ho la disgra- zia di non saper fare il brigante, e questo è il paese degl’intrighi, senza de’ quali non s’ottiene nulla. Datemi notizie dell’amabilissimo Ranieri. Io stimo moltissimo quel giovane, e vorrei che avesse motivo di esser men triste, salutatemelo però cordialmente. Mia moglie, ed i miei ragazzi vi salutano, ed in particolare la mia Nina, alla quale non può ancora entrare in capo come voi siate partito senza venire a dirle addio. Scusatemi se avendo così cominciato col voi, non ho fatto uso come doveva di frasi più confidenziali, ma ero astratto, e dovete compatirmi. Addio Caro Giacomo amatemi, e credetemi sempre vro Affmo A, G. Melchiorri

1751. A Cesare Galvani.
[Firenze 26 Maggio 1832.]

Chiarissimo Signore, Mi approfitto dell’acquisto che feci già in Bologna della sua conoscenza personale, per indirizzare a Lei la preghiera che sia pubblicata costì l’infrascritta dichiarazione. Sono certissimo che la mia domanda non troverà ostacolo, e che la Voce della Verità, invitata a svelar la menzogna, non vorrà tacere. La prego a coman- darmi dov’io sia buono a servirla, e a credermi sempre

Suo devmo obblmo servitore.
Firenze 26 Maggio 1832.

Al Sig. Direttore della Voce della Verità. Pregiatissimo Sig. Direttore. Sapendo che alcuni mi attribuiscono un libro intitolato Dia- loghetti sulle materie correnti nell’anno 1831, e parecchi dialo-