1734- Di Annesio Nobili.
Pesaro li 2 Aprile 1832
Sig.r C.,c Giacomo Leopardi e Stmo
Firenze
Le avevo diretto in Roma le due copie Dialoghetti di quarta ediz.°,
ma Lei n’era già partito, ed io ho pensalo a ritirarli. Qui unito le ne
rimetto altre due copie, con un Vol.c i° della Storia Evangelica1 che
già Lei ne sa l’uso che ne deve fare. Tali articoli li riceverà a mezzo
di cotesto Sig.1 G.P. Vieusseux mio buon Amico.
Di tanto le sono in dovere, e disposto sempre a’ suoi comandi con
stima mi dico
di Lei Gentiimo Sig.r Conte
Affmo obbmo Servitore
Annesio Nobili
1735. |
A Monaldo Leopardi. |
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Caro Papà,
Dal Giambene ho ricevuto il tutto, meno la lettera da Lei
annunziatami;1 il che non mi fa meraviglia, atteso il costume
dell’infame posta di quell’infelice paese, dove continuamente
ed a tutti accade di ricevere una lettera 20, 30, 40 giorni dopo
quello dell’arrivo che vi è marcato sopra-, e ciò non per motivi
politici, ma p[erl una strana ed inesplicabile incapacità, p[er]
cui non sanno trovare i nomi; incapacità unica al mondo, e non
paragonabile se non alle tante altre di quel povero e disperato
governo. Anche qua ho trovato i Dialoghetti molto conosciuti,
e benché i principii e lo spirito generale che qua è diverso da
quel di Roma e di Modena, non li lasci divenir così popolari
qui come là, tutti nondimeno rendono giustizia all’ingegno e
al merito dell’autore, essendo i Toscani assai ragionevoli ed im-