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mese, come dovrebbe farsi, un quartiere che forse non farebbe pferj voi - Ve n’è uno di tre stanze vicino alla Busdraghi, in casa della suo- cera del Tornei, il quale forse vi converrà; ma non posso impegnarvi. Addio - state sano - e gradite ambedue i miei cordialissimi saluti. Vostro aff.o amico Vieusseux 17 Marzo 1730- A Monaldo Leopardi. Firenze 23 Marzo [1832j Mio caro Papà Arrivai qua iersera, dopo 6 giorni di prospero viaggio, il quale, grazie a Dio, non solo non mi ha nociuto, ma mi ha guarito affatto de’ residui del raffreddore. E non mi par poco, aver supe- rate le alture degli Apennini nei giorni equinoziali senza pren- der punture, ed aver traversate quelle orride vie tra Roma e Siena senza essere assassinato. Qui tutto è tranquillo, ed è impos- sibile esprimerle il sentimento di pace e di sicurezza che si prova entrando in Firenze, mentre in Roma convien sempre tremare per gli amici o i parenti che si trovan fuori la sera, non pas- sando sera che non accada qualche assassinio fino sul Corso stesso o in Piazza di Spagna, a un’ora o due di notte. Abbraccio i cari fratelli, e bacio la mano con tutto il cuore a Lei ed alla Mamma, dimandando la benedizione. 24. Marzo Ricevo la cma sua de’ 20,1 e la ringrazio mille e mille volte della sua premura in soccorrermi. Scrivo oggi stesso al Giam- bene (non Ciambene, come le scrissi prima p[er] errore) solleci- tandolo a spedirmi subito il danaro, il libro e la lett.‘ che non potei ricevere il di 17 in Roma, essendo partito prima della distri- buz. postale.