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locando a misura che diramo altri libri. Già delle tue Canzoni non ne ho più neppure un esemplare: così daremo un po’ tregua anche alle doglianze che ti pregavo di farne ne’ giornali. Subito fu ritirato lo scudo che mandasti e pagato all’Editore del giornaletto Teatri, arti ecc. a nome del S.r Conte Monaldo. Ritengo che il detto giornale sarà stato continuato senza interruzione, giacché il pagamento seguì appena n’ebbi l’ordine. Volevo mandarti i! vigliet- tino di associazione, ma l’ho smarrito fralle carte, ed ora non lo trovo. La Sig.a marchesina Zambeccari avrà ne’ divertimenti carnevale- schi dimenticato le cose accadute nella precedente stagione. Il Volume Canzoni pel S.r Ab. Vannucci, col vigliettino tuo fu da me consegnato alla sua anticamera (perchè non mi ricevette) e dopo lungo attendere il servo ritornò dalla stanza di lei dicendomi che S. Ecc. aveva capito, e che qualora capitava quel tale di Milano, gli avrebbe consegnato il libro e spedito a Casa D’Adda ecc. Questo è vero purissimo e ti prego volerlo far sentire al S.1 Ab. Vannucci, onde non creda che io sia sì trascurato servitore e amico tuo. Io, a dirti il vero, bramerei di non dover tornare a quell’anticamera, e piuttosto, se vuoi, scriverò a Ve- rona, dove sono alcune copie delle Canzoni,2 e ordinerò che sia spe- dita gratis al nominato S.r Abate. Grande consolazione mi dai a dirmi che poco dopo Pasqua noi ci vedremo, il che vuol dunque significare che forse in questo stesso mese. Oh! quanto tutti i tuoi ammiratori ti desiderano, ma quanto infini- tam.e più di essi ti brama tutta la mia famigliuola, ed il mio cuore ti sospira! Quante quantissime cose avrò mai a dirti Vieni vieni, amatis- simo Giacomo, vieni chè io non potrei mai dirtelo tante volte quante bramerei, perchè vedesti come mai io mi faccia festa della consola- zione di rivederti. - Il S.r Vincenzo Aliprandi morì, non ha molto, e la famiglia lascia quel locale, che a’ primi di maggio sarà occupato dalla Sig.“ Rosina padrona del Caffè del Corso; e mi fece dire che ti avvisassi che se volevi prendere alloggio da Lei ti avrebbe trattato come meglio poteva, e non avresti compagnia di cortigiane. Io promisi di dirtelo ed ho adempito la promessa, ma senza impegno, molto più che il dover attraversare quel cortile è cosa incomodissima. Grande furore ha fatto a Firenze una tragedia «Il Foscarini» del Niccolini. E stato proposto all’Italia una sottoscrizione per fargli coniare una medaglia. I versi riportati nell’Antologia non mi hanno troppo disposto ad essere del parere dei Fiorentini nè di Montani.'1