cate come capaci di secondare la mia intrapresa. Spero che approve-
rete il mio divisamento. Vi prego poi di mandarmi la nota di quei
romani a’ quali mi consiglierete di dirigerla; e di quelli nelle tre Lega-
zioni, e nelle Marche; avvertendomi di quelli cui potrei farlo sotto i
vostri auspizi. Prego l’amico Ranieri di procurarmi la nota dei napole-
tani cui converrebbe mandarla. Se mi riuscirà di avere un buon corri-
spondente in ogni città d’Italia, avrò ottenuto molto, ed un bullettino
dei prospetti delle scienze morali ed economiche sarà cosa santa e pre-
ziosa per il pubblico italiano. Addio, carissimo amico, scusate l’infame
scritto, e credetemi di tutto cuore
vostro aff.°
Vieusseux
1691. |
A Paolina Leopardi. |
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[Roma] Via de’ Condotti N° 81. 3.0 piano |
12 Die. [1831]
Cara Pilla. Ieri uscii di casa, e fui alla mia favorita piazza
del popolo. Mi straccai un poco, e per riposarmi, non esco oggi.
Sto benino del resto, e bravamente ho respinto un secondo ves-
sicante, che mi volevano mettere per farmi star meglio. Ilo
veduto qui Tommasini, stato qua di volo per un consulto. Hai
fatto molto bene a scrivermi una lettera lunga,1 e non prender
norma da me, che son breve per necessità. Ringrazia Pietruc-
cio della sua letterina. Del resto poi Roma è grande, e chi non
cerca una persona non la trova. Ma è curioso che io, stando
in letto, trovo l’alloggio di chi voglio, e che nessuno può tro-
vare l’alloggio mio, che abito a Piazza di Spagna. Andrea Poda-
liri, che non mi potè trovare, abitava semplicemente nella mia
stessa casa, con gli stessi padroni; ed io lo seppi la sera che arri-
vai. Dammi subito nuove che la Mamma sia guarita del raffred-
dore, e baciale la mano per me. Addio, addio.