il vero) ti sieno state di noia, quando io non vorrei altro darti che con-
solazione. Mi affligge che tu abbia gravi molestie, bench’io non sap-
pia quali: e duoimi che non possiamo parlare insieme di ciò che non
si può scrivere. Mi consola che la fortuna ne gli uomini non possano
scemarti nulla della tua dignità. Oh quanto ho ammirato e le tue prime
poesie, rileggendole, e le nuove! Com’è stupendo quel Pastore errante
nell’Asia! Sei proprio arrivato all’estremo della grandezza e schiettezza
nello stile. Un tale animo non dee mai poter somigliare i volgari. Io
dico a tutti che tornerai a Firenze nel caldo; e non dico null’altro; per
ubbidire strettamente il tuo comando. Come ti trovi in Roma? Che
vi fai? Come ci si vive? Credi tu che se io vi venissi avrei sicurezza
e quiete? Come finirà la babilonia delle provincie? quando puoi, man-
dami un poco delle tue lettere, che mi paiono divine, e mi sono un
I balsamo. Ma se ti è fatica lo scrivere, taci pure, basta che non mi dimen-
tichi. Ricordami a Carlino c Paolina, quando scrivi. Ricordami all’au-
. reo Tenerani e a Monsignor Muzzarelli, quando li vedi. Coi buoni
Tommasini ti ricordiamo sempre. Oh quante miserie qui, e quante
■ sciocchezze! ma credo non si faccia meglio nel resto del mondo. Io
ti abbraccio con tutta l’anima; e avrei pure una gran voglia di abbrac-
I ciarti davvero.
Petrus Exul It. Desig. Tert.
[Romal Sabato [novembre 1831] |
Amico carissimo
Vi mando il Rapporto sui Vasi Volcenti di cui parlammo l’altro
giorno. Spero che state meglio oggi: l’aria tuori continua di essere dol-
cissima nelle ore calde.
Permetterete domani al mio amico il D.' Morichini1 che Vi fac-
cia una visita: gli ho scritto a tale effetto, e son certo che egli v’inspi-
rerà confidenza. Frà giorni verrò in persona a domandare le Vostre
nuove. Totus tuus Bunsen