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1664. Di Gian Pietro Vieusseux.
Firenze 18 Ottob. 1831

Amico Carissimo! Non ho bisogno dirvi con quale piacere abbiamo tutti sentito il vostro felice arrivo in Roma - Più tardi ho avuto le vostre nuove per Capobianchi, del quale spero sarete sempre più contento - Al Col- letta particolarmente ho portato i vostri saluti; povero Colletta! egli, dopo la vostra partenza è sempre peggiorato; non può mangiare, e non inghiottisce giornalm.c più di poche cucchiaiate di acqua di riso - Voi capite bene che a questo modo non si va avanti - L’unico suo male presentem.c è la debolezza; ma è tale che vi è tutto da temere - a pena se ha la forza di dire qualche parola - e continue disposizioni ad un vomito convulso provenienti dalle privazioni di alimenti può cagionar l’ultima crisi. Inutile è il dirvi quanto ne siamo afflitti, di questo suo miserabile stato, e quanto è da compiangere la Michelina.1 E ammirabile quella donna! Ho lettera di Giordani che si alambicca il cervello p[er] saper cosa siate andato a fare a Roma - io gli rispondo che presto sarete Papa, e che mi avete promesso il Cardinalato. Egli vi manda mille saluti affettuosi. Capei ha fatto ieri una comparsa a Firenze p[er] una seduta legale - avete i suoi saluti e quelli di tutti gli altri comuni amici - Scrivono da Milano che l’anno 1831 sarà l’ultimo della Biblioteca Italiana, per mancanza d’associati - A Bologna vien fuora un foglio settimanale, il Moderatore, filosofico, politico letterario. Vi mando l’Ant.1’ di luglio - Vi raccomando il Manno vizi litterae} Caro amico, cresce sempre più in me il desiderio di un vostro articolo su quel libro. Addio, vogliatemi bene, e siate persuaso del mio inviolabile attac- camento. Vostro aff.° amico Vieusseux Salutate l’ottimo Ranieri.