1664. |
Di Gian Pietro Vieusseux. |
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Amico Carissimo!
Non ho bisogno dirvi con quale piacere abbiamo tutti sentito il
vostro felice arrivo in Roma - Più tardi ho avuto le vostre nuove per
Capobianchi, del quale spero sarete sempre più contento - Al Col-
letta particolarmente ho portato i vostri saluti; povero Colletta! egli,
dopo la vostra partenza è sempre peggiorato; non può mangiare, e non
inghiottisce giornalm.c più di poche cucchiaiate di acqua di riso - Voi
capite bene che a questo modo non si va avanti - L’unico suo male
presentem.c è la debolezza; ma è tale che vi è tutto da temere - a
pena se ha la forza di dire qualche parola - e continue disposizioni
ad un vomito convulso provenienti dalle privazioni di alimenti può
cagionar l’ultima crisi. Inutile è il dirvi quanto ne siamo afflitti, di
questo suo miserabile stato, e quanto è da compiangere la Michelina.1
E ammirabile quella donna!
Ho lettera di Giordani che si alambicca il cervello p[er] saper cosa
siate andato a fare a Roma - io gli rispondo che presto sarete Papa,
e che mi avete promesso il Cardinalato. Egli vi manda mille saluti
affettuosi.
Capei ha fatto ieri una comparsa a Firenze p[er] una seduta legale
- avete i suoi saluti e quelli di tutti gli altri comuni amici - Scrivono
da Milano che l’anno 1831 sarà l’ultimo della Biblioteca Italiana, per
mancanza d’associati - A Bologna vien fuora un foglio settimanale, il
Moderatore, filosofico, politico letterario. Vi mando l’Ant.1’ di luglio -
Vi raccomando il Manno vizi litterae} Caro amico, cresce sempre più
in me il desiderio di un vostro articolo su quel libro.
Addio, vogliatemi bene, e siate persuaso del mio inviolabile attac-
camento.
Vostro aff.° amico
Vieusseux
Salutate l’ottimo Ranieri.