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Bramerei sapere della sua sanità, e vorrei pure che il prossimo inverno noi potessimo averla tra noi, com’ebbe a lasciarmi sperare. Non ho ancora veduto pubblicata quella raccolta di sue poesie, che mi ricordo lo scorso anno ella si proponeva di fare. Spero, ch’ella non ne vorrà defraudare la letteratura Italiana. Se la Signora Carlotta Lenzoni è costà mi farà cosa grata ricordarle la mia profonda stima. Non mi risparmi la prego Signor Conte in ciò che valga, e mi creda quale con tutto l’ossequio me le raffermo Obblig." devotis.0 Servo Giacomo Mosconi

1655. A Paolina Leopardi.
Roma 6 Ottobre 1831.

Cara Pilla. Sono arrivato qua iersera, dopo un noioso e fati- coso viaggio, assai fresco e sano per non accorgermi d’aver patito nulla. Ebbi dal Nunzio il lasciapassare pei confini, ed avevo scritto al zio Carlo per averne uno alle porte.' Non ebbi nulla, e arrivato, dovetti andare in dogana a Piazza di pietro, per la solita impertinentissima visita: la quale mi ha messo di malu- more, quantunque i doganieri fossero assai discreti; [,..]2 Non sono ancora uscito di casa (via carrozza n.° 63. 3" piano),3 e non ho veduto alcuno de’ conoscenti vostri nè miei; perciò questa non servirà che a darvi le mie nuove. Scrivetemi presto, e salu- tate tutti. Addio addio.

1656. A Gian Pietro Vieusseux.
Roma 6 Ottobre [1831]

Mio Cariss. Vieusseux Sono arrivato iersera, e non ancora uscito di casa (Via Car- rozza, N.° 63. 3.0 piano), nè ho visto alcuno de’ conoscenti, ma