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P. S. Da tre anni a questa parte tengo un opera [«c] della quale non ho mai fatto render conto perchè mi sembrava che voi solo fra’ miei amici avreste avuto autorità p[er] prenderla ad esame. Già ve ne parlai. Ora ve la mando. Desidero grandemente che possiate occupar- vene. E questa l’opera del Cav. Manno intitolata de’ vizi di letterati.1

1644. Di Gian Pietro Vieusseux.
[s.d., ma Firenze, dopo il 10 settembre 1831]

Carissimo Leopardi - In tutta firenze non si trova una copia delle operette morali. Il Datelli non ne ha più. Mi rincresce di non avervi potuto servire. Eccovi il volume del Manno. Addio Vro aff Vieusseux

1645. Ad Adelaide Maestri.
[s.d., ma Firenze, inizio di settembre 1831]

Mia cara Adelaide. In fine io sono assolutamente sfortunato colle vostre lettere. Ricevo quella che mi reca l’ottimo avvocato Oppici, ma l’altra che mi accennate, scritta per la posta, non mi è mai capitata. Lascio pensare a voi quanto mi abbia confortato il rivedere i vostri caratteri dopo tanto tempo. Anche le nuove buone che mi date della vostra salute, mi consolano infinitamente. La tri- stezza, che dite, dell’animo, bisogna medicarla colla filosofia, o col disprezzo delle cose di questo mondo, che non sono fatte per gli spiriti gentili e caldi. Quanto agli associati, appunto il Piatti, che ha stampato il mio libro, vorrebbe sapere a chi potrebbe egli mandare costà gli esemplari che debbono essere distribuiti a codesti soscrittori. Questo tale, che voi avreste la bontà d’indicarmi, riceverebbe da voi o dalla Mamma le soscri-