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Volgo di tanto in tanto gli occhi alle carte dove sta la Storia della mia povera Luisa Strozzi - e poi leggo le Gazzette - e non so risolvermi a prenderle in mano p[er] cominciarne la stampa. Ora sto scrivendo il Discorso sugli amori del Tasso;1 che vi man- derò ugualmente prima di pubblicarlo. Addio. G. Rosini Il Canto 6 del Pacini è stampato ma non ho avuto tempo di farne la distribuzione. -

1636. A Giovanni Rosini.
Firenze 12 Luglio [1831]

Scusatemi, caro Amico, se non ho potuto servirvi per Dome- nica, come voi ed io desideravamo. Sono stato malato, special- mente degli occhi, e prima d’ora non mi è stato possibile di leg- gere il vostro Pindemonte. Io Io trovo saporitissimo, e pieno di notizie importanti e curiose, scritto con gran giudizio e buon gusto, e sparso di belle osservazioni, in maniera che vien letto con molta avidità. Se voleste che vi notassi qualche cosa, vi dico sinceramente che non saprei che notare. Della Strozzi, veggo che pur troppo avete ragione. La bella Signora è la Fanny Tar- gioni. Ma mandatemi quelle lettere finalmente, e non me le fate più sospirare. Abbiatevi cura dal caldo, e vogliatemi bene. Addio. Il vostro Leopardi

1637. A Mario Valdrighi.
[Firenze 26 Luglio 1831]

Pregiatissimo e Chiarissimo Sig. Conte Difficilmente potrei spiegarle con quanta gratitudine io rice- vessi la gentilissima sua lettera dei 21 di Giugno, con la nota