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1623. A Giovanni Rosini.
Firenze 14 Giugno 1831.

A.C.mo Non dimenticate, vi prego, la promessa che mi fate colla cara vostra dei 25 Maggio. Quegli autografi, che mi promettete, mi saranno graditissimi, e così altri se potete trovarne. Fio detto mi saranno, e doveva dire mi sarebbero, perchè in verità temo assai della vostra dimenticanza. Godo che il Mfarco] Pacini continui. Nella prima delle due stanze, che mi trascrivete, avete voi notato che la rima fuoco è ripetuta? Tenetemi per pronto a servirvi nell’Elogio del Pin- demonte, e in ogni altra cosa, come meglio io possa. Ilo scritto al Sinner, e fatto con lui le vostre parti. La Carlotta Lenzoni vi saluta molto. Non mi maraviglio punto dei tradimenti fat- tivi dal vostro traduttor francese: ma perchè non trovate voi modo di far pubblicare la traduzione che faceste fare per vostro conto? Avete voi lettere di Lamartine?1 Anche di questo sarebbero a proposito pel fatto mio degli autografi. Abbiate cura della salute, e vogliatemi bene. Addio addio. Il vostro Leopardi

1624. Di Giovanni Galvani.
[Di Modena il 18. Giugno 1831.]

Riveritissimo Signor Conte Ricavo dalla data dell’umanissima di lei del 26. p.p. esser io stato pur troppo tempo a risponderle oltre ogni mio debito e desiderio: ma di ciò la prego a volerne incolpare l’aver dovuto trattenermi in villa sino a questi ultimi dì, per cui non ebbi la di lei lettera che l’altro ieri. Scusatemi così, siccome credo, presso V.S. della triste nota di negli- gente verrò a quanto ella mi dice intorno il raccogliere lettere autografe.