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tiere, e tavola, e buonissima cucina che ho provata ancora io, e poi so da persone che vi abitano a queste condizioni, e sono contentis- simi, e così siete in libertà di trattenervi quanto vi aggrada, così fossi libera io! che ho fissato, o cioè mi hanno fissato, per due mesi un quar- tiere di 40 Zecchini, e non mi trovo bene di salute, poiché fa un’umi- dità orribile però senza freddo, ma questa mi nuoce e mi sento sem- pre male, oltre la noja di essere fuori di casa e lontana da i miei amici, senza alcun divertimento. Ho avuto nuove da Parma, e il nostro Pie- tro,1 si trova non tanto male di questo soggiorno, però ha presenti i suoi Amici, ai quali dice mille cose affettuose. Fate i miei saluti a Rinieri [sic], e se vedete altri della nostra società, e datemi buone nuove della vostra salute. Io sono costretta a terminare poiché oltre il male dell’u- midità si aggiungono le campane che mi hanno fatto entrare un dolore di testa da non potere più scrivere. Non dimenticate chi si fa un piacere di dirsi Vostra Aff.ma Carlotta Lenzoni

1590. A Monaldo Leopardi.
[Firenze, 23 Die. 1830]

Mio caro Papà. È giustissimo il suo sospetto circa la possibilità di una mala fede nel mio Tedesco;1 ma sappia ch’egli stesso, quando si discorse della cosa in genere, mi avvertì di questo pericolo, e che d’altronde il suo carattere inspira ogni possibil fiducia. Spero che a quest’ora Ella avrà ricevuta la mia dei 4. Ho venduto il ms. de’ miei versi, con 700 associazioni, per 80. zecchini: ’ nello stato attuale sì problematico del commercio, non è stato possibile ottenere di più. Io sto ancora passabilmente, benché il freddo e il fuoco comincino a incomodarmi. Felicis- sime feste a Lei, alla cara Mamma, ai cari fratelli, che abbrac- cio. Mi ami, come sempre, e mi benedica. Giacomo 23 Die.