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1527. Di Pietro Colletta.
Firenze 8. Aprile 1830

Amico mio. Entrò in casa Busdraghi, quando Voi usciste, un certo curiale, che vi sta immobile ed eterno come la giurisprudenza romana. Quelle Signore sono dolentissime di non poterlo cacciare, nè di avere altra stanza per Voi; del quale serbano memoria cara e rispettabile. Farò prevenire il locandiere della Fontana, ma senza fissazione di giorno (purché Voi stesso non mel diciate) per non pagare, come usano in locanda, camera vota ma prefissa. In somma Voi andrete a smontare alla Fontana: e sia presto, però che l’aspettarvi ci dà impazienza. Tutto il resto a voce. Ora vi abbraccio. Colletta

1528. Ad Antonietta Tommasini.
Recanati 28 Aprile 1830.

Mia cara Antonietta Io parto domani per Firenze. Passerò per Bologna, dove mi fermerò due o tre giorni, all’albergo della Pace. Quanto godrei di rivedervi! Ma la scarsità de’ miei mezzi non comporterà ch’io faccia quella piccola diversione a Parma. Se la salute consen- tisse a voi di fare una trottata a Bologna, coll’Adelaide almeno, Dio sa quanto ne sarei consolato. Non soggiungo altro: sapete perchè sono così laconico. Salutate, abbracciate tutti. Paolina, che ha ricevuta la cara vostra dei 23 di Marzo, ve ne ringrazia e vi riverisce. Addio, addio di tutto cuore. Il vostro Leopardi P.S. - Sarò credo, a Bologna, la sera dei 3 di maggio.