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1520. Di Pietro Giordani.
[Firenze] 20 Febbraio 1830.

Cara contessa Paolina. Ella mi fa il più desiderato benefizio che io potessi ricevere, mandandomi nuove e saluti del nostro Giacomino; delle quali son sempre ansioso, e raro m’arrischio a chiedere, per timore di essere importuno. Io la ringrazio infinitamente e di questo, e della benevola memoria che serba di me. Io sempre penso a Giacomino; e mi lacera il cuore questo pensiero: e vedendo poi questo sì lungo e cru- dele inverno, ho temuto che ancora costì sia venuto ad aggravare la tanto deboi salute di Giacomino. Anche qui s’è fatto sentire; benché men reo che altrove, pur molesto: e anche me ha incomodato. Peggio però sono le malinconie; le quali pur bisogna sopportare come irreme- diabili; poiché qual consolazione si trova in questo mondo, dove i mali son senza numero, e qualche fatuo piacere è solo per gli sciocchi? Come sta ella, cara Contessina? come sta Carlino? la prego di voler - megli ricordare. La prego di volere spesso parlare di me a Giacomino, del quale tanto spesso parliamo qui, con affezione e malinconia gran- dissima di quanti l’han conosciuto. Gli dica che io, che mi vanto di averlo meglio d’ogni altro potuto conoscere, l’adoro sempre come una cosa troppo preziosa, e degna di un altro mondo, se pur tra i mondi innumerabili ce n’è uno buono. Cara Paolina, mi conservi la sua buona grazia, e accetti la mia immutabile e piena amicizia. Suo affezionatis- simo servo. Giacomino mio. T’abbraccio con tutta l’anima. Oh sii pur certo che tu sei signore di tutto il mio cuore, e sempre sarai.

1521. A Gian Pietro Vieusseux.
Recanati li 3 Marzo 1830

Mio carissimo Vieusseux Ho le care vostre dei 7 Gennaio e dei 13 Febbraio. Quanto mai siete buono, mio caro Amico! Vi ringrazio mille volte di tanta cordialità, di tanta memoria che avete dell’infelice Leo-