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A dirvela schiettamente, io, poco sperava, sapendo quanto poco sono capaci quei canonici di apprezzare il merito intrinseco dei vostri scritti; e quando fossero capaci di apprezzarlo, come lusingarsi di tro- varli imparziali. Il buon Colletta, ed io, dunque, non speriamo per farvi tornare a Firenze che sopra altre combinazioni. Caro amico, se poteste leg- gere nei nostri cuori vedreste quanto vivamente siamo occupati di voi e del vostro avvenire; e quanto siamo oppressi dall’idea del bisogno che avete per vostra salute di respirare un’altra volta l’aria di Val d’Arno. Iddio ci conceda di mandare ad effetto ciò che desideriamo così ardentemente. Da molto tempo a questa parte avrete avuto l’ant.3 di 9emb-Xc n.1 107-108 - e la vostra buona sorella ve ne avrà fatta la lettura. Cosa avete voi detto dell’articolo sottoscritto un Italiano? figuratevi che Giordani e Montani non ne voglion sentir parlare. - Ora sono in gran ritardo per il fascicolo di Gennajo; ho indugiato per potervi inse- rire una lung’analisi della nuova tragedia del Niccolini, il Giovanni da Procida: non potrò pubblicarlo prima dell’entrante settimana. Questa tragedia ha fatto furore, e sette volte è stata recitata, e sempre religio- samente ascoltata e strepitosamente applaudita; mentre in altri teatri si recitavano le altre tragedie del med. autore. Vi sarà, vi è in fatto molto da dire sull’intreccio del Procida; ma tante e tante ne sono le bellezze poetiche, e così tragiche alcune delle situazioni, e tutt’insieme questa composizione drammatica desta tanto stupore e maraviglia, che conviene stare con ragione al giudizio inap- pellabile del pubblico - il quale, in Firenze soprattutto, non s’inganna mai al teatro. Cosa vi dirò poi dei sentimenti eminentemente italiani che hanno destato al sommo grado l’entusiasmo del pubblico -. Su- bito che sarà stampata questa tragedia, ve ne manderò una copia -. Avrò presto da Parigi la traduz. francese del Niebuhr. Il Capei scrive l’articolo sull’originale tedesco, e sulla traduz. inglese. Ora che abbiamo vari nuovi giornali italiani che assumono l’impegno di riprodurre buoni articoli scritti nei giornali d’oltramonte, toccherà all’Antologia di farvi sempre più raccolta di cose italiane, o applicate a’ bisogni dell’Italia. Mio caro Leopardi, vi abbraccio tenerissimamente. Sono per la vita vostro aff"10 amico Vieusseux