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ccde! Io non saprei allontanarmi da te, e prendere nuova via, senza ricordarmi all’amor tuo, e pregarti a tenermi sempre nel cuore; pre- ghiera che io ti faccio con tutta la effusione del mio, e non senza lagrime. Oh come si partirono que’ giorni in cui io ti ebbi maestro e compagno così caro e prezioso. Essi forse non torneranno mai più. Debole prova del molto mio affetto ti raccomando che sia il pacchet- tino che, quando più presto potrà, ti sarà inviato dalla nostra Ferrucci. In esso troverai quel ritratto che si fece di te dall’amico Lolli, quan- d’eri a Bologna. Tienilo, o donalo a quale de’ tuoi più ti è caro, ed ama la nostra amicizia. Vi sarà pure il rame che io feci fare da un valente artista. Avevo ideate di usarne in una edizione, che le circostanze e pubbliche e mie mi hanno fatta abbandonare. Il rame è nuovissimo, se ne eccettui una trentina di esemplari che ho fatti tirare, e per aver meco l’amata tua immagine e per regalarne qualche Amico. Infatto ne ho potuto destinare alcune alla famiglia Tommasini, a cui le por- terò io stesso; giacché non so come, questa famiglia ci ha di poc’anzi distinto in un modo singolarissimo, e partendo di qui è venuta spon- tanea (Marito e Moglie) a farci visita, ed a colmarci di carezze e di offerte: delle quali passando di Parma profitteremo. Se qualche volta potrai scrivermi una riga, o dove saprai che io sia, o qui dove lascio Ignazio mio Agente, ritieni che io ne avrò sempre la maggiore consolazione, e massime quando tu mi dia buone nuove di te e della tua rispettabile Casa, a cui mi farai servitore. Oh Gia- como mio! Non ti posso esprimere la commozione con la quale ti scrivo. Deh! amami, e credi che io ti adorerò sino a che avrò vita. La mia famigliuola ti riverisce, ed ella al pari di me ti ricorda, e ti stima. Addio, addio. il tuo P. Brighenti

1503. A Pietro Giordani.
Recanati 20 Ottobre [1829]

Mio carissimo. Ti scrissi a Firenze prima della tua partita, ti scrissi a Piacenza. Ma di te non ho altra lettera che quella dei 15 di Settembre, dove non mi fai segno che le mie ti sieno