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1040. Ad Antonietta e Giacomo Tommasini.
Recanati 15 del 1827.

Signora ed Amica pregiatissima. Le sue lettere (elegantissime) saranno sempre care a me, e sarebbero, credo io, ad ogni altro, in qualunque modo: ma come potrebbero poi non mi esser carissime, quando io le trovo piene di tanta amorevolezza e di tante lusinghe del mio amor proprio? Io la ringrazio sommamente degli augurii di cui Ella mi è cor- tese pel nuovo anno: non accade il dire che i miei desiderii della maggior possibile felicità e contentezza sua, sono altrettanto sin- ceri e vivi. Se anche, per quest’anno, io non tornerò a prender soggiorno in Bologna (che non posso ancora negarlo con cer- tezza), verisimilmente però al principio del buon tempo mi si darà occasione di passare per costà; anzi io non lascerò di cer- carla: e in tal caso non mi sarà possibile di non fermarmi costì alcuni giorni per riveder gli amici, e le persone che io conosco degne di stima e di onore; e particolarmente per godere un altro poco della sua compagnia, se Ella si troverà in Bologna. Uso la confidenza d’aggiunger qui dietro alcune righe di risposta al Signore suo Consorte: ma non lascio però di pregarla a porger- gli Ella medesima i miei saluti, che passando per tal mezzo, saranno più grati. Ella mi conservi la sua benevolenza, e creda che io la tengo e terrò sempre per cosa cara e preziosa. Mi offro a servirla, e mi ripeto di tutto cuore

Suo affmo sfe ed amico.
Giacomo Leopardi

Sig. Professore pregiatissimo. Ella mi consola e mi rallegra molto col dimostrarmi la memoria che conserva di me. Le rendo somme grazie de’ suoi amorevoli desiderii, e fo altrettanti voti per la felicità della sua persona, cara all’Italia e all’Europa. Ritorni, la prego, mille complimenti e mille saluti affettuosi alla compitissima e amabilissima Ade-