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Ad Antonietta e Giacomo Tommasini. |
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Signora ed Amica pregiatissima.
Le sue lettere (elegantissime) saranno sempre care a me, e
sarebbero, credo io, ad ogni altro, in qualunque modo: ma come
potrebbero poi non mi esser carissime, quando io le trovo piene
di tanta amorevolezza e di tante lusinghe del mio amor proprio?
Io la ringrazio sommamente degli augurii di cui Ella mi è cor-
tese pel nuovo anno: non accade il dire che i miei desiderii della
maggior possibile felicità e contentezza sua, sono altrettanto sin-
ceri e vivi. Se anche, per quest’anno, io non tornerò a prender
soggiorno in Bologna (che non posso ancora negarlo con cer-
tezza), verisimilmente però al principio del buon tempo mi si
darà occasione di passare per costà; anzi io non lascerò di cer-
carla: e in tal caso non mi sarà possibile di non fermarmi costì
alcuni giorni per riveder gli amici, e le persone che io conosco
degne di stima e di onore; e particolarmente per godere un altro
poco della sua compagnia, se Ella si troverà in Bologna. Uso
la confidenza d’aggiunger qui dietro alcune righe di risposta al
Signore suo Consorte: ma non lascio però di pregarla a porger-
gli Ella medesima i miei saluti, che passando per tal mezzo,
saranno più grati. Ella mi conservi la sua benevolenza, e creda
che io la tengo e terrò sempre per cosa cara e preziosa. Mi offro
a servirla, e mi ripeto di tutto cuore
Suo affmo sfe ed amico. Giacomo Leopardi |
Sig. Professore pregiatissimo.
Ella mi consola e mi rallegra molto col dimostrarmi la memoria
che conserva di me. Le rendo somme grazie de’ suoi amorevoli
desiderii, e fo altrettanti voti per la felicità della sua persona,
cara all’Italia e all’Europa. Ritorni, la prego, mille complimenti
e mille saluti affettuosi alla compitissima e amabilissima Ade-