Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/424

1469. Ad Adelaide Maestri.
Recanati, 22 maggio [1829]

Mia cara Adelaide. La vostra dei 4 mi pose finalmente in quiete circa la salute vostra, della Mamma e di Ferdinando. Voglia Dio che le vostre lettere facciano sempre questo effetto. Quanto al mio affare, trovo naturalissimo il tenerlo per non riuscibile nelle circostanze presenti. Anzi prego voi tutti, e il nostro Ferdinando in particolare, a non pensarci più. Suppo- nendo la cosa già quasi fatta, poteva essere scusabile ch’io accet- tassi quella cattedra, come un partito momentaneo. Ma che insi- stessi ora per ottenerla, anzi per farla rimettere in piedi, essendo poi totalmente ignorante della materia, sarebbe assurdo e ridi- colo. Oltre che quella miseria d’impiego non merita tanta ricerca. Di Toscana non ho, e non aspetto per ora, alcuna conclu- sione. La mia salute, al solito. Al solito anche il mio cuore, e la mia affezione verso di voi, mia cara e pietosa Adelaide. Abbracciate per me il caro Ferdinando; abbracciate i bambini. Alla Mamma date l’acclusa, vi prego. Scrivendo al Papà, racco- mandatemi molto alla sua memoria amorevole. I miei stanno bene, e vi ringraziano, e vi salutano caramente. Dico caramente, perchè, senza conoscervi di persona, vi amano per quel che di voi e de’ vostri discorriamo insieme spesse volte. Addio, addio. Il vostro Leopardi.

1470. Ad Antonietta Tommasini.
Recanati, 22 maggio [1829]

Mia cara Antonietta. Poche righe perchè poco posso scri- vere. Ma sono impazientissimo di rivedere i vostri caratteri, e di sentire le vostre nuove da voi. Non accade ch’io vi dica quanto