1449. |
Di Carlo Emanuele Muzzarelli. |
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Sig.r Conte Pne ed Amico Gentiimo.
Feci i di Lei saluti a miei due amici Biondi e Betti,1 che moltis-
simo li gradirono, avendo amendue di Lei quella stima, di che L’hanno
resa degna in tutta Italia quelle Prose e quei Versi nobilissimi, che
sono il frutto di un ingegno pronto e svegliato, e di molta e profonda
erudizione. Amendue poi questi letterati Le fanno conoscere per mio
mezzo che Ella potrebbe qualche volta arricchire o di qualche produ-
zione originale, o di qualche giudizio su le opere altrui, alcun Numero
di questo nostro Giornale Arcadico, cui hanno mancato due nomi illu-
stri in Perticari, e ultimamente in Vincenzo Monti. Che fa Ella di pre-
sente? Mi faccia lieto talora di alcun suo lavoro, che o sia in versi o
in prosa, non potrà riuscirmi che graditissimo. Il Conclave ha fatto
lacere le nostre Accademie, che si riapriranno soltanto dopo l’elezione
del nuovo Pontefice. Io dirò all’Accademia Tiberina due Elogi, uno del
Cesari, l’altro del Pindemonti, che se il primo non ha l’ingegno e la
vera eleganza e semplicità del secondo, è però tale da doverglisi grata
ricordanza per avere ricondotto presso di noi e i buoni studj, e l’amore
della Lingua da molti troppo trasandata nel secolo scorso.
La Sig.™ Lenzoni è sempre a Napoli, so però esser buone le di Lei
nuove.
Mi ricordi al di Lei genitore, mi onori di alcun comando, e con
piena osservanza me Le of fero
devmo Affmo Servitore ed Amico
C.E. Muzzarelli
Roma 26 Marzo 1829
Chiar.mo Sig.re
Le sono grato per li sentimenti che Ella mi esprime nella pregiatis-
sima sua Lettera. Non dubito, che i miei Papiri molto avrebbero acqui-