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1449. Di Carlo Emanuele Muzzarelli.
[Roma 26 Marzo 1829]

Sig.r Conte Pne ed Amico Gentiimo. Feci i di Lei saluti a miei due amici Biondi e Betti,1 che moltis- simo li gradirono, avendo amendue di Lei quella stima, di che L’hanno resa degna in tutta Italia quelle Prose e quei Versi nobilissimi, che sono il frutto di un ingegno pronto e svegliato, e di molta e profonda erudizione. Amendue poi questi letterati Le fanno conoscere per mio mezzo che Ella potrebbe qualche volta arricchire o di qualche produ- zione originale, o di qualche giudizio su le opere altrui, alcun Numero di questo nostro Giornale Arcadico, cui hanno mancato due nomi illu- stri in Perticari, e ultimamente in Vincenzo Monti. Che fa Ella di pre- sente? Mi faccia lieto talora di alcun suo lavoro, che o sia in versi o in prosa, non potrà riuscirmi che graditissimo. Il Conclave ha fatto lacere le nostre Accademie, che si riapriranno soltanto dopo l’elezione del nuovo Pontefice. Io dirò all’Accademia Tiberina due Elogi, uno del Cesari, l’altro del Pindemonti, che se il primo non ha l’ingegno e la vera eleganza e semplicità del secondo, è però tale da doverglisi grata ricordanza per avere ricondotto presso di noi e i buoni studj, e l’amore della Lingua da molti troppo trasandata nel secolo scorso. La Sig.™ Lenzoni è sempre a Napoli, so però esser buone le di Lei nuove. Mi ricordi al di Lei genitore, mi onori di alcun comando, e con piena osservanza me Le of fero devmo Affmo Servitore ed Amico C.E. Muzzarelli Roma 26 Marzo 1829

1450. Di Amedeo Peyron.
[Torino 28 Marzo 1829.]

Chiar.mo Sig.re Le sono grato per li sentimenti che Ella mi esprime nella pregiatis- sima sua Lettera. Non dubito, che i miei Papiri molto avrebbero acqui-