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nevale; Forti s’immerge sempre più nelle cose storiche; Capei è dispo- sto ad occuparsi col Niebuhr: tutti vi salutano, e vi vorrebbero a Firenze. Vi posso annunziare il matrimonio di mio fratello, con una sviz- zera, M.lle Monod ed il matrimonio di due miei nipoti - Voi vedete che il Gabinetto e l’ant." non mancheranno di appoggi quando sarò andato coi più -. Avete voi nuove del Gioberti da Torino?: se gli scrivete raccomandategli di far delle premure presso quelli fra suoi connazionali che sono in stato di comprar l’ant.a; s’egli mi procurerà cinque nuovi associati, avrà una copia gratis. Da Torino avrò presto un articolo sul libro del Baldelli:J attivissima sempre è la mia corri- spondenza col buon Grassi. Addio Tutto vostro di cuore p[er] la vita V.

1442. A Ferdinando Maestri.
Recanati, 8 marzo 1829.

Mio carissimo amico. Mi duole che voi crediate necessario di giustificarvi con me circa la tardanza della vostra risposta; e più mi duole che la giu- stificazione consista nel ragguagliarmi di una indisposizione di salute che avete sofferta. Vi raccomando caldamente questa salute vostra, che mi è preziosa quanto quella de’ miei più cari, de’ quali voi siete uno. In questo intervallo di tempo, cioè dopo scritta l’ultima mia, ho ricevuto da Livorno alcune proposizioni, ed altre da Firenze, le quali potrebbero portare ch’io andassi a stabilirmi nell’uno di quei due luoghi. Colla maggior verità del mondo vi dico che i vantaggi di tali luoghi come città più grandi, non potrebbero fare ch’io anteponessi quel soggiorno a quello di Parma, dove la compagnia vostra e de’ vostri (cre- detemi, che dico questo sincerissimamente) mi chiama e mi tira con una forza, che vincerebbe ogni considerazione di piaceri e di comodi ch’io fossi per trovare altrove. Ma la ragion del clima, perchè vi confesso che il pensiero dell’inverno di Parma