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vedere il quando potrò occuparmene, non mi par conveniente di ritenerla più a lungo. Sono certo che la leggerete con pia- cere. Forti particolarmente vi troverà molto interesse, per le eccellenti ed originali vedute sopra la costituzione di Roma, che formano una gran parte del libro. Datemi le vostre nuove. Salutatemi assai assai Montani, e il bravo Forti, col quale mi congratulo che abbia deposto l’ano- nimo. Il suo nome, che comparisce oggi con onore, splenderà un giorno con gloria. Ricordatemi anche al Cioni, se gli scri- vete a Pisa, dove credo ch’egli si trovi ora. A Micali e a Vale- riani' fate pure i miei saluti. Vogliatemi bene, e credetemi fin- ché vivo Vostro tenero amico Leopardi. P. S. Dite a Giordani, vi prego, che gli scrivo oggi.'1

1433. Di Gian Pietro Vieusseux.
[Firenze, 18 febb. 1829]

Mio carissimo Leopardi - Voi non scrivete più a’ vostri amici in Toscana e tutti ne siamo dolenti. Vogliamo sperare che il solo freddo ha indolenzito le vostre dita, e che d’altronde è sopportabile il vostro stato di salute; ma pure, non ci vuol tanto a scrivere due righe per dar segno di vita, e voi ci negate questa soddisfazione... dunque siamo inquieti, e vi prego caldamente a non indugiare di più. Qui il freddo, come da per tutto quest’anno, è stato rigidissimo; l’Arno ha portato diacciuoli: fortuna che non è nevicato, e che il freddo non vieta il pas- seggiare. Io, per altro, ho dovuto starmene in casa rinchiuso per più giorni: il mio povero capo è stato terribilmente martellato da feri dolori di denti: ora sto meglio; ma mi guardo ancora. A quest’ora avrete avuta l’Ant.a 95-96 quell’ultimo fascicolo dell’anno, che poteva essere pubblicato nei primi giorni di Gennajo, è stato trattenuto un mese intero da Madonna Censura; ma nell’intervallo ho forzato di vele pel