Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/363

officine, e la moderna magnificenza di molti edifizj, mi piacque più di Firenze. Ci feci acquisto di alcune conoscenze, e vidi due volte il Sig. Manzoni, al quale io feci i vostri saluti, ed egli mi commise di ricambiarveli con molto affetto. Partii di Milano poco prima del Natale, e ritornai in patria. Mi è stato di molta dolcezza il rivedere gli amici; ma dopo lo svagamento di quattro mesi trovo assai difficile il ripigliare le antiche, e poco care consuetudini. Non essendo ancor cessato del tutto lo sputo del sangue (poiché mi ripigliò in Milano, e qui dopo il mio ritorno) non solo abbandonai interamente la pratica delle ripe- tizioni, che in ogni caso avea già disegnato d’interrompere, ma fui for- zato a dismettere quasi ogni studio; il che mi guasta tutti quei disegni che avea formati per rendere la mia vita meno penosa, e futile per l’av- venire. Non fo altra cosa che leggicchiare un poco senza ordine, e senza attenzione; meno una vita scioperata, inerte, e solamente animale; il che quanto sia per durare, non so. Imperò sono poco atto a darvi di quelle notizie letterarie, che sole potrebbero darvi piacere di questi miei fogli. Ma per non tacere quel tanto che so, dirovvi, che ho data una scorsa alla St. del Gnosticismo del Mattel-,2 e che mi pare for- nita di una ricca e sicura erudizione, tanto meno sospetta, quanto più l’autore alieno si mostra dalla mania delle ipotesi, e dei sistemi. Usci- rono di fresco alla luce dei nuovi fragmenti filosofici di Vittorio Cou- sin,3 concernenti non la filosofia, ma la storia di essa. Vi sono due articoli di molto rilievo su Senofane, e Zenone di Elea, dove spone in un modo nuovo la dottrina attribuita a questi due filosofi e ven- dica il secondo dalla taccia datagli di scetticismo, dimostrando che le sue obbiezioni scettiche erano indirizzate non a fondare un dubbio assoluto, ma a provare che per evitare questo dubbio bisognava riget- tar le dottrine della scuola Ionica, e abbracciare quelle di Pitagora, di Senofane, e di Parmenide. S’è ristampata l’opera del Damiron in 2. voi. in-804 con parecchie aggiunte, e fra le altre, di alcuni articoli sul Lancelin, il Broussais, il S. Martin, e il Ballanches, e di un apergu sul transito che fece la filosofia dal sec. :r.8 a quella del sec. 19, e di uno squarcio notevole sulla filosofia dell 'inosservabile, cioè di quegli oggetti, che eccedono il cerchio dell’osservazione immediata. Fece qual- che rumore in Francia una nuova opera del Broussais intitolata: De l’irritation et de la folle? che non ho ancor potuta vedere, ma per quanto dice il Damiron, che impiega molte pagine a confutarla, non è altro che una rinfusione del sistema del Cabanis molto ingegnosa, ma con poco, o nulla di nuovo. Ho inteso dire che il Potter sia incar-