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stata così ritardata in Bologna. Io mi trovo a Parma, dove è pure mio marito, da un mese chiamatovi da S.M. per la malattia del Generale;1 la quale è tanto complicata che forma la disperazione de’ medici, i quali vedono quasi l’impossibilità di rimetterlo nella prima salute. Mi sarebbe difficile il potervi descrivere il dolore manifestato da’ cittadini per timore di perdere in lui il migliore de’ magistrati: il quale ha nelle mani quasi la somma delle cose. Ora voglio scolparmi d’un silenzio che mi farebbe torto, se meno mi conosceste. Ma primieramente il nostro Mae- stri fu gravemente ammalato di reuma infiammatorio per molti giorni, e la convalescenza fu assai penosa, e lunga. Appresso s’intraprese il viaggio di Venezia con intendimento di vedere le meraviglie di quella città, e principalmente di ristabilire il nostro infermo. Disse assai bene il Sannazzaro: Venezia sembrare fabbricata dagli Dei, e Roma dagli uomini. Taccio qui le cose vedute come pure a Padova, Ferrara, Vicenza, Verona, Mantova ec. Imperocché troppe cose vi sarebbero a dire de’ tanti monumenti che ci lasciarono i nostri sommi Italiani. Quante volte esclamai con isdegno misto d’amore filiale: Italia, degna tu sei di dar legge al mondo! Ma qui mi taccio, giacché non vale nè piangere, nè movere lamento, per cambiare la sua ferrea sorte. Intorno alla mia salute non so che dirvi, perchè io ne godo pochissima durante il freddo. Abbiate cura della vostra, essendomi cara al pari della mia, e perchè vi amo, e perchè amo l’Italia, a cui senza salute non potete esser utile. Tutta la mia famiglia sta bene, e vi saluta di cuore, e in particolare Giacomino, Ferdinando, e l’Adelaide. Riveritemi i vostri genitori, e fate che mi vogliano bene, e di continuarmi la vostra pre- ziosa amicizia. Ho ricevuto due lettere da Giordani, nelle quali egli vi ricorda con molta affezione. Addio. La vostra aff.ma Amica Antonietta Tommasini Mio caro Leopardi. Voi chiedete alla mamma dove mi trovo per potermi scrivere? Oh mi è pur cara la memoria che serbate di me! Da lungo tempo vi avrei pregato d’inviarmi le vostre notizie, se la molesta incertezza del luogo di vostra dimora non mi fosse stata d’ostacolo. Non sono che pochi giorni che Giordani, pregato da me, m’ha informata e del vostro viag- gio a Recanati e della sufficiente salute colla quale partiste da Firenze; e ciò mi consolava non poco, ma non avrei voluto leggere il rimanente della lettera. Egli suppone che voi abbiate in animo di stabilirvi in