1336. |
Di Giovanni Rosini. |
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[s.d., ma Pisa, tra il 9 e il 17 agosto 1828] |
A.C.
Emmi venuta certa fantasia - di porre 4,05 pagine di parlar con-
tadinescoe già son dietro a fare spogli sulla Fiera, la Tancia, e sul
Baldovini
Vedete l’unito: - Dopo l’apparizione della sera ai Marmi'1 (di cui
si renderà ragione a suo luogo) la Barbara riparte la mattina dopo alle
8 p[er] la sua campagna -
Egidio alle 10 va un po’ là a vedere che cosa è stato: e trova (cosa
comunissima in Firenze) ch’erano giunti i muli col vino, che i lunedì
vengono dal Chianti, da Pomino, e dai poggi intorno, p[er.| fornire
le Cantine dei Signori, dove si vende nella settimana La dimanda
della Signora - e un contadino balordo, ma dritto pel suo interesse
gli dà tutte le notizie - Credete che 5,06 pagine al più di parlare
come il Cecco da Varlungo possa star male? Ditemi il parer vostro
Mi dispiace che quel ritratto di MARCHESE autore del Poema, che dà
sì ben da mangiare, sia troppo vero: ma in fine è in natura. Addio.
Salutate gli amici - Osservate bene i versi -
1337. |
A Monaldo Leopardi. |
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Mio caro papà, Scrivo anche oggi per salutarla, e darle le mie
nuove, benché non abbia ricevuto sue lettere dopo quella de’
26 luglio, alla quale risposi il 5 di questo, come anche non ho
riscontro all’altra mia de’ 29 luglio.
La mia salute è passabile, e si può dir buona, ogni volta che
i dolori mi lasciano in pace. E questi ora sono divenuti meno
frequenti. La loro causa è manifestamente una semplice debo-
lezza d’intestini. Tommasini mi assicura che egli si promette-