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mazia, che dopo replicate mie lettere non ho ricevuto che ieri e ieri stesso l’ho mandato alla Censura da cui il riavrò presto e andrà subito sotto il torchio. La Prefazione che manca, la stenda pure come meglio crede, e me la mandi più presto che può. Non dubito che sarà di pienissimo mio genio. Amerei anche ch’Ella mettesse qualche dichiarazione nel fron- tespizio, com’è nella Crestomazia prosaica, vale a dire Cioè Scelta, ec. e infine per cura del conte Giacomo Leopardi. Rispetto all’ortografia, Ella non dubiti che sarà seguita a puntino la sua. Mi sarà caro sapere come va il suo lavoro dell’Enciclopedia o Dizio- nario delle cose inutili, e per quando può credere che sarà terminato. Domando questo stante il grave impegno mio per la Bibbia di Vence,' della quale credo che a quest’ora Ella avrà già veduto l’annunzio. Per questa Bibbia conviene che per qualche anno abbandoni il peso pecu- niario di qualunque altro lavoro letterario; ma non certamente il sud- detto di Lei. E iu anche per questo che le mostrai desiderio che qual- che suo facoltoso e colto amico fosse disposto a prender parte come capitalista in qualche grandiosa impresa letteraria di sicuro esito, la quale tenendo Lei occupata le fruttasse un premio degno di Lei. Non manchi di rispondermi su questo punto, che reputo importante, e che riguardando un bene per Lei, il riguardo come cosa mia propria. In conseguenza per tutto quello a cui io potrò coadiuvare Ella mi troverà dispostissimo, cioè troverà sempre in me Il suo vecchio cord.mo am.“ e serv.c Ant. Fort. Stella P.S. Mi sovviene che in una sua lettera che non ho qui sott’oc- chio, ma che aveva messa nel mio portafoglio da viaggio per rispon- derle a voce a Firenze, Ella mi fa qualche ricerca rispetto ai regola- menti di questa Censura in riguardo ai romanzi. Quelli in lingua straniera debbono andare a Vienna; gl’italiani possono venir qui licen- ziati, secondo il contenuto.