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1322. Di Giovanni Rosini.
[Pisa 28 Luglio 1828]

A.C. Eccovi il principio (che sarà un 6°) del Capitolo XVI.1 che sarà difficile assai, e che mi riesce anzi il più difficile di tutti -. Addio. - Superato questo, credo che ci sarà un altro solo intoppo. Salutate gli amici. G.R. Pisa 28 Luglio 1828

1323. A Monaldo Leopardi.
Firenze 29 Luglio 1828

Mio caro Papà. La cariss. sua de’ 14 pose fine all’agitazione in cui mi trovavo, e di cui le parlai nell’ultima mia de’ 22. Que- sta sua de’ 14 era stata visibilmente aperta: quando vedono qui un carteggio frequente fra persone non conosciute, aprono due o tre lettere per conoscere di che si tratta. Sono ben lieto che la Mamma sia ristabilita del suo breve incomodo. Ancor io sono molestato assai da sciolte, stitichezze e dolori frequenti di ven- tre, che mi hanno tenuto in qualche apprensione, finché i medici mi hanno assicurato che il male non è niente, che i miei visceri sono sanissimi, e che Lutto dipende da una straordinaria ed estrema sensibilità della tunica interiore degl’intestini, la quale mi rende suscettibile d’ogni minima impressione, e si deve curare con rinfrescanti, e colla regolarità del vitto. Io non aveva mandato la Crestomazia, perchè troppo volu- minosa per la posta, come scrissi a Paolina. Mi dispiace che ho già dovuto spedire a Milano il ms. della Crestomazia poetica: nella quale però non avrei potuto far piacere a Broglio (come vorrei ben di cuore) perchè per troppe ragioni ho dovuto esclu- derne gli autori viventi.