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nata che per I’addietro mi pareva troppo breve, ora mi par cresciuta del doppio, e non giugnere mai al suo termine. Pensate se io posso esserne contenta! Addio. Salutate per parte mia l’ottimo Giordani. Ferdinando, Colombo, e Taverna mi raccomandano di dirvi mille cose per conto loro. Clelietta, ed Emilietto vi baciano affettuosamente. La vostra Aff.m” Adelaide Caro Amico. Aggiungo due righe alla lettera dell’Adelaide augu- randovi buona salute; e in questo augurio ha parte anche il mio inte- resse, perciocché senza una buona salute non potremmo vedervi a Bolo- gna. Aggiungo ancora che mio marito trova pericoloso che rimanghiate a Firenze durante la calda stagione. Vi prego a secondare i consigli del medico, e rendere pago il mio desiderio, ch’è quello di vedervi. Addio Vostra af£.m" Amica Antonietta Tommasini

1259. A Carlo Leopardi.
Pisa 21 Maggio 1828.

Cariuccio mio. Mi par quasi impossibile che tu dubiti ch’io non pensi a te ogni giorno, anzi tutto il giorno. Pur sento una specie di necessità imperiosissima di scriverti per assicurartene e per giurartelo come se credessi possibile che tu ne dubitassi. Fio una smania incredibile di rivederti e di esser teco, una sma- nia che non mi lascia mai pace. In quest’impazienza, fintanto che io non potrò soddisfarla, non vedo 'altro sollievo possibile che quello di aver qualche tua riga. Scrivimi come vuoi; scrivimi due sole parole, come fo anch’io; perchè le cose che noi sen- tiamo non si possono esprimere, ed è ben naturale che le nostre lettere sieno come le grandi passioni, cioè mute. Basterà che tu mi mandi un bacio. Anch’io te ne mando uno così ardente come se noi fossimo in presenza, e ci stringessimo al petto l’uno dell’altro; il che faremo, se piace a Dio, fra non molto. Questo bacio ti dica tutto. Addio, addio. Salutami tutti.