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1237. A Paolina Leopardi.
Pisa 24 Marzo [1828]

Paolina mia. Quanto a Mamiani, sappi che chi per aver libri si rivolge all’autore, li vuole in dono: giacché non è possibile che non sappia che oggi in Italia ogni libro nuovo si trova in ogni città dove sono librai. La Crestomazia non va per associa- zione. E pubblicata già da più mesi. Se Mamiani la vuole; senza annoiar voi nè me, senza cercare chi la ordini per lui, la ordini egli a Bologna, a Forlì, a Ravenna, dove gli pare; e l’avrà subito. io lo contenterei volentieri, e gliene manderei una copia in dono, se vi fossero comunicazioni fra la Toscana e la Marca. Ma non ve n’è alcuna, fuorché la posta: e questa è la ragione per cui ancora non mando a voi altri la Crestomazia, che è di due grossi volumi; e non mando anche un bèl libro che ho qui preparato per Pietruccio, che già me l’ordinò a Recanati. Mi ha fatto un gran dispiacere il sentire la malattia della Maz- zagalli; e anche quella della Politi. Alla Mazzagalli fate le mie condoglianze sincere per la malattia, e i miei rallegramenti della guarigione, che spero seguita a quest’ora. Dì a Babbo che ho da fargli un’infinità di saluti. E indovina di chi. Di quel cav. Rossi,1 aiutante del Gen. Pignattelli ec. Egli sapeva da qualche tempo ch’io era in Pisa, ma non combinava 11 mio nome con quello della persona che avea conosciuta a Reca- nati. Io, a caso, mi ricordai di lui, e ne cercai. Egli lo seppe, e allora venne da me. Mi fece mille domande intorno a Babbo, a Mamma, e a tutta la famiglia. Mi pregò di salutarli e di rin- graziarli senza fine per parte sua. E in presenza di altre per- sone che erano da me, disse con entusiasmo, che non era possi- bile esprimere le gentilezze che avea ricevute in casa nostra, e raccontò l’offerta fattagli da Babbo di salvarlo dai tedeschi in caso di bisogno. So poi che ha fatto il medesimo discorso anche altrove. Ho qui un altro libro di Pepoli diretto a me; più lungo, ma