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Addio, caro amico, state sano e credetemi, benché vi scriva con molta fretta, che sono sempre vostro aff. Vieusseux Mille saluti al Cioni

1223. A Paolina Leopardi.
Pisa 25 Febb. 1828.

Paolina mia. Ti ringrazio tanto tanto delle tue lettere 16 gen- naio,1 e 15 febbraio, e delle nuove che mi dai di Casa e di Recanati. Credimi, che di queste nuove, anche delle più minute, sono proprio ghiottissimo; e che non mi seccano punto, anzi mi dispiace quella tua brevità, e quegli eccetera. Ilo avuto molto piacere del negozio del canonicato, ma l’affare del Consiglio mi ha messo un gran mal umore in corpo. Capisco che a Babbo non importerà niente; e va bene: ma questa canaglia recanatese mi fa una gran bile. Anche qui abbiamo avuto due settimane di freddo, ma senza neve. Ora il caldo è tornato, e abbiamo primavera. Crederai che ancora non ho potuto vedere una copia della Crestomazia? Stella già pensa a una seconda edizione, e in Toscana ancora non si trova la prima: tanto sono lente le communicazioni fra la Toscana e la Lombardia. Io non ho presso di me nessun quaderno dello Spettatore. Prega tanto Babbo da parte mia a scrivermi qualche riga, quando ha tempo; perchè mi dà gran pena il non vedere i suoi caratteri da tanto in qua: baciagli la mano per me. Ringrazia infinitamente Mamma di quello che mi fece scrivere da te nella tua penultima. Che fa Cariuccio? e perchè non mi scrive mai mai? Luigetto? Pietruc- cio? Io sogno sempre di voi altri, dormendo e vegliando: ho qui in Pisa una certa strada deliziosa, che io chiamo Via delle Rimem- branze-. là vo a passeggiare quando voglio sognare a occhi aperti. Vi assicuro che in materia d’immaginazioni, mi pare di esser tornato al mio buon tempo antico. Addio, Paolina mia: salu- tami D. Vincenzo e il Curato.