Addio, caro amico, state sano e credetemi, benché vi scriva con
molta fretta, che sono sempre vostro aff.
Vieusseux
Mille saluti al Cioni
1223. |
A Paolina Leopardi. |
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Paolina mia. Ti ringrazio tanto tanto delle tue lettere 16 gen-
naio,1 e 15 febbraio, e delle nuove che mi dai di Casa e di
Recanati. Credimi, che di queste nuove, anche delle più minute,
sono proprio ghiottissimo; e che non mi seccano punto, anzi
mi dispiace quella tua brevità, e quegli eccetera. Ilo avuto molto
piacere del negozio del canonicato, ma l’affare del Consiglio mi
ha messo un gran mal umore in corpo. Capisco che a Babbo
non importerà niente; e va bene: ma questa canaglia recanatese
mi fa una gran bile. Anche qui abbiamo avuto due settimane
di freddo, ma senza neve. Ora il caldo è tornato, e abbiamo
primavera. Crederai che ancora non ho potuto vedere una copia
della Crestomazia? Stella già pensa a una seconda edizione, e
in Toscana ancora non si trova la prima: tanto sono lente le
communicazioni fra la Toscana e la Lombardia. Io non ho presso
di me nessun quaderno dello Spettatore. Prega tanto Babbo da
parte mia a scrivermi qualche riga, quando ha tempo; perchè
mi dà gran pena il non vedere i suoi caratteri da tanto in qua:
baciagli la mano per me. Ringrazia infinitamente Mamma di
quello che mi fece scrivere da te nella tua penultima. Che fa
Cariuccio? e perchè non mi scrive mai mai? Luigetto? Pietruc-
cio? Io sogno sempre di voi altri, dormendo e vegliando: ho qui
in Pisa una certa strada deliziosa, che io chiamo Via delle Rimem-
branze-. là vo a passeggiare quando voglio sognare a occhi aperti.
Vi assicuro che in materia d’immaginazioni, mi pare di esser
tornato al mio buon tempo antico. Addio, Paolina mia: salu-
tami D. Vincenzo e il Curato.