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tigliarmi che coi figli non si sta sull’etichette; ma accade perchè mi pare che le lettere mie siano di molestia a voi, e che voi diate ad esse un riscontro stirato stirato, come i versi latini delli ragazzi, quasi che il vostro cuore trovasse un qualche inciampo per accostarsi al mio il quale vorrebbe esser veduto da voi una volta sola e per un solo lampo, e questo gli basterebbe. Ultimamente poi ho taciuto con voi più lun- gamente del solito, perchè mi è dispiaciuto un poco, e più di un poco il non rivedervi in quest’anno, e il sentirvi destinato prima a Massa di Carrara, e poi a Pisa, senza che io ne sapessi niente, e senza che il piacere mio sul vostro andare e venire, e stare in quella o in quell’al- tra città ci entrasse nemmeno come entra Pilato nel credo, e questo dopo che la lett." vra dei 4. 8bre, e dopo di quella non ne ebbi più, mi diceva in italiano naturale, che volevate stare a casa l’Inverno e che da un momento all’altro mi avreste indicato il giorno della par- tenza. Iddio sà se mi preme che stiate bene, e che passiate meno male la stagione cruda, ma in primo luogo io credo che l’inverno sia freddo per tutto, e per tutto ci sia bisogno di fuoco, di panni e di cura per non soffrire; in secondo luogo credo che facciate male astenendovi dal fuoco affatto e che possa bensì farvi male il troppo, ma non già un uso discreto di esso; in terzo luogo penso che qualora vi contentiate di non vivere qui in Libreria, come non ci vivete costì, potrò con stufa, bussole, e tappeti accomodarvi una camera, talmente che possiate vedere l’inverno senza sentirlo; e finalmente rifletto con gran dolore, che se nelle stagioni buone dovrete star fuori per accostarvi ai lette- rati, e per accudire alle Lettere, e nelle stagioni cattive dovrete stai- fuori per evitare il nostro clima troppo rigoroso, il luogo e la stagione per vivere assieme saranno il Paradiso, e la eternità. Abbiate pazienza se ho dato un po’ di sfuogo al mio cuore che ne sentiva il bisogno, e abbracciatemi, come io vi abbraccio e vi bacio tenerissimamente. Noi grazie a Dio stiamo bene, e le cose del Paese dopo la parten- za del S.r Mazzanti si vanno abbastanza ricomponendo. Abbiamo Gover.' un S. Valentino Valentini, Gentiluomo di S. Severino, che è una vera gioja, un uomo di 24 carati, e di un cuore largo come la piazza del Popolo, che si è acquistata la stima e l’affetto di tutti. A momenti si attende la nuova Statistica nella quale finalm.e Recanati, purché non cambino, è stata dichiarata Capo di distretto, ed ha otte- nuto le convenienze dovutele. Del Mazzanti si dice che lo manderanno a Terracina Govfe, dove si mandano tutti quelli alli quali il Govno non vuole accordare la Giubilazione, ma se ci và ci camperà poco, o