sero renderne caro il soggiorno a coloro, che vi si trovan per caso. Io
nel numero di quest’ultimi ho coronato i voti dei miei Compastori,
e mi compiacerò di avere acquistato un diritto alla loro riconoscenza,
se Ella vorrà degnarsi accettare il Diploma, che le offro come un sin-
cero attestato della stima, che le professo.
Le accompagno ancora il noto biglietto del Sig.r Decazes,1 al quale
non mancai di fare le di Lei scuse a seconda del concertato.
Se posso servirla mi comandi con libertà, mentre con verace consi-
derazione passo al piacere di protestarmi
Di Lei Gentlmo Sig.1 Conte
Devtmo Affino Servitore.
A Rosselmini
Di Casa - Li 11 Xbre 1827
1193. |
Di Antonietta Tommasini. |
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Amico Carmo e pregino.
Permettetemi che abbandonando il Lei adoperi il Voi, siccome più
adatto al linguaggio della vera amicizia. I vostri caratteri mi sono stati
sempre carissimi, ma questa volta lo furono a dismisura; tanto ami-
chevoli, e tanto graditi sentimenti mi esprimono. E trovando in voi
sì pregevole amicizia, provo anch’io tanto più grande l’increscimento
di non abitare nella stessa città. Vado immaginando i dotti e fami-
gliari colloquii, ch’io mi sono goduti a Firenze e in ispecial modo a
Bologna, e duoimi grandemente ch’io debba esserne priva, e sallo Dio
fino a quando. Supplite dunque in qualche maniera, scrivendomi
spesso, e della vostra salute e delle cose in che vi andate occupando:
chè non so immaginare divisa da voi la occupazione. Tommasini ed
Emilietto vi ringraziano, vi salutano cordialmente. Quanto ai pensieri
sull’educazione l’idea di stamparli mi fa più tremare, che il freddo ch’io
sento come voi grandissimo. Desidero per mille ragioni la primavera,
e soprattutto perchè spero che vi ricorderete della promessa fattami
di ritornare fra noi.
Tenetemi e credetemi sempre
Vostra aff.ma Amica
Antonietta Tommasini