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saprete delle apparizioni che si adoperavano a questo effetto; apparizioni di angeli, e apparizioni di demonii; i demonii erano certi topi grossi, ai quali mettevano certi ferraiuolini neri, e un paio di corna, (la coda l’aveano del loro), e così vestiti li face- vano andare attorno, la notte, pel dormitorio.1 Io sto meglio degli occhi, ma non perciò son buono a far nulla, perchè il freddo mi ammazza. Dalla mattina alla sera non fo altro che tremare fierissimamente, senza trovare rimedio a questa malattia, massime quando piove e non si può camminare: pen- sate, con quel continuo spasimo, la voglia, anzi la possibilità che ho di lavorare. Quando vi rivedrò io? che è di Colletta? a Firenze ancora, o a Livorno? Saluti infiniti a Giordani, a Montani, a tutti gli amici. Amatemi sempre, e credetemi tutto vostro Leopardi

1185. Ad Adelaide Maestri.
Pisa, 5 Dicembre 1827.

Mia cara Adelaide. Ebbi la vostra dei 21 del passato, e ve ne ringrazio di tutto cuore. Fio già scritto alla Mamma a Bologna,1 dove la credo tornata a quest’ora. Voi mi domandate delle mie nuove, senza darmi però delle vostre. Questo procedere non va bene, e la cosa non può durar così. Nondimeno, per questa volta, eccovi le nuove mie: se le vostre non verranno, mi regolerò in avve- nire. Io sto bene di salute, dopo aver tremato assai dal freddo, che sulla fine di novembre fu sentito anche qua molto acuto. Ora abbiamo un’aria temperatissima, un’aria tale, che io (cosa appena credibile) uscii di casa ier sera e passeggiai per un’ora senza pastrano. Voi v’immaginate che i Pisani sieno così cor- tesi come la loro aria, e perciò temete che io non m’innamori