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derne a Lei per lettera quelle maggiori, e quelle più vive, cor- diali ed umili grazie che io posso. Ancora, vorrei che la pre- sente fosse una nuova testimonianza della venerazione che io le porto; non che io tema che Ella ne dubiti; ma desidero som- mamente che Ella se ne ricordi. E con tutto l’animo mi offeri- sco per quanto posso e vaglio, a servirla in questa Toscana, che è tutta e sempre piena di affetto e di riverenza sincera e pro- fonda al suo nome. Mi conservi la sua preziosissima e carissima benevolenza, e mi creda fermamente

Suo devotissimo e gratissimo servitore
Giacomo Leopardi

Pisa 23 Novembre 1827 1176.. Ad Antonio Fortunato, Stella. Pisa, 23 Novembre 1827. Signore ed amico amatissimo, Rispondo alla carissima sua del 12 andante, confermandole prima di tutto la mia dello stesso giorno, scritta subito dopo il mio arrivo in Pisa. Le sono molto grato della notizia che ella mi dà intorno al Monti, al quale ho giudicato bene di scrivere1 per ringraziarlo direttamente dei saluti favoritimi per di lei mezzo. L’Enciclopedia, come cosa dipendente dalla fantasia, dalla vena e dall’umore, che non possono esser sempre al nostro comando, va più lentamente di quel ch’io vorrei; e per questa ragione io era già deliberato di pregarla a propormi qualche altro lavoro di sua soddisfazione, che dipendesse meno dalla fanta- sia, e del quale io potessi occuparmi negl’intervalli, e terminarlo più presto. Ora che ella mi propone la Crestomazia poetica, io mi trovo prevenuto, e non ho ragione nè difficoltà che m’im- pedisca di abbracciare questa intrapresa. Bisogna però ch’io le faccia considerare primieramente che questo lavoro esige più studio e più quiete che la Crestomazia prosaica: si tratta di bel- lezze poetiche, che non si possono gustare leggendo in gran