narsi a partir per Roma per dove ben le occorre di decidersi presto.
Pel soggiorno, non esiterei certo a preferir Roma a Venezia, non che
a Pisa. Credo ch’Ella avrà provato l’inverno di Roma, onde niuno
meglio di lei potrà dirle se quel clima le possa convenire. Riguardo
alla lontananza certo che amerei mille volte meglio ch’Ella dimorasse
a Como, ove è un clima dolce, ed ove la potrei spesso vedere, piutto-
sto che a Roma; ma poi Ella s’annoierebbe a morte con quei Coma-
schi. In quanto alle cose mie, la lontananza non mi pregiudica niente,
e purché abbia di quando in quando sue nuove, io ne sarò contentis-
simo. Vada adunque, se si sente disposta, e non ritardi il suo viaggio.
In quanto al mensile, Ella lo riceverà tanto a Roma, quanto a Firenze
dall’amico Moratti a cui potrà scrivere liberamente, se mai le occor-
resse qualche anticipazione per il viaggio.
Il Piatti mi ha finalmente risposto e riferitomi anche quanto Ella
mi scrive.
Son grato assai alla memoria che la sig.™ Adelaide Maestri ebbe di
me. La prego ringraziarla e riverirla. Riverisca anche il sig. Professore.
Sabbato a otto, cioè il g.rno 27, giorno per me piacevole poiché
compio in esso il mio settantesimo anno, sarò di ritorno a Milano con
tutta la mia famiglia che la riverisce, ed io l’abbraccio teneramente.
Il suo cord."10 am.c0 e serv.
Ant.° Fort.0 Stella
P. S. Se Ella si determina di andare a Roma, me ne dia avviso subito,
perchè allora i libri destinati per Lei invece di mandarli a Firenze si
manderanno a Roma. Riceverà con quell’occasione anche la prima parte
della Crestomazia. L’ho divisa in due parti, ma può esser contenuta in
un sol volume. Oh son pur contento di questo suo lavoro di cui anche
la Biblioteca Italiana, che le vuol bene, sta in grande aspettazione.
1153. |
Ad Antonio Fortunato Stella. |
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Carissimo Signore ed Amico.
Potrei difficilmente esprimere tutta la gratitudine che m’in-
spira la tanta cordialità ch’Ella mi dimostra nella cara sua de’