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1151. Ad Antonio Fortunato Stella.
Firenze 13 Ottobre 1827.

Signore ed Amico amatissimo. Poco dopo la data della mia ultima, il signor Piatti mandò a contarmi i 20 scudi, e dire che per Pinnanzi se n’era dimenticato. Io lo feci ringraziare, e riman- dai il danaro, dicendo che Ella mi aveva fatto soddisfare per altra parte. La mia abitazione qui è l’albergo della Fontana. A questo proposito, ho da farle una dimanda, ed è, se le sarebbe incomodo, o discaro in qualunque modo, che io andassi a pas- sare il tempo del maggior freddo a Roma. Non le dico questo perchè, in caso di suo consenso, io sia deciso di fare questo viag- gio: anzi sono ancora irresolutissimo circa i miei quartieri d’in- verno. Solamente veggo la necessità di cercare un clima più caldo che quel di Firenze, massimamente per potere studiare durante il freddo (non potendo io usar fuoco): e perchè la stagione comin- cia a stringere, gradirei di saper fin da ora il parer suo circa quel che le ho detto, per potermi subito determinare quando io mi risolvessi a quel viaggio. La ringrazio con tutto il cuore delle commissioni date al signor Moratti, e dei doni di libri che Ella mi annunzia. L’Adelaide Maestri, figlia del professor Tomma- sini, la quale Ella conobbe in Bologna, la riverisce caramente: essa è ora qui, aspettando il padre, che torna da Roma. Io rive- risco di cuore la sua amabile famiglia, e a lei mi ripeto con tutta l’anima suo cordialissimo amico e servitore Giacomo Leopardi.

1152. Di Antonio Fortunato Stella.
Gaggiano di Varese 18 ott.e 1827

Signore ed Amico amatiss. Rispondo subito alla cara sua del dì 13, giacché Ella per effetto di somma delicatezza vuol ricercare il mio parere innanzi di determi-