del resto lasciamolo fare, conosco il suo ottimo carattere. Io parlo sul
supposto che mi par di poter fondare su quanto dice Zio C[arl]o che
fra te e B[unse]n non vi sia in questo momento commercio di lettere:
quando la cosa sia diversamente, non occorre altro, non ti domando
una parola di più. Scusa l’importunità; corre voce che la Statistica si
pubblichi a momenti, ed io mi trovo nell’inquietezza di chi può per
una parola ottenere uno stato che supererebbe ancora i suoi desiderj.
Una prospettiva di sofferenze mi agiterebbe meno, perchè vi sono più
avvezzo.
Hai dunque stampato anche i dialoghi? Noi non sappiamo niente.
Questo è troppo: bramo ardentemente di aver qualche cosa non tanto
per riprender qualche comunicazione col resto del mondo, quanto con
te. Quando avrai stampato qualche cosa, se non me la mandi, la com-
prerò. Buccio mio, tutti bene. Addio.
Anche da me addio, e con tutto il cuore, caro Muccio mio.
1130. |
Di Antonietta Tommasini. |
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Parma 28. Agosto 1827
Pregiatiss.mo Sig.r Conte ed amico
Non so che cosa Ella avrà pensato del non aver io risposto subito
al prezioso di lei foglio: dico prezioso, siccome pieno di sentimenti
di vera amicizia. Felici coloro che posseggono così rari amici com’ella
è! Il ritardo a rispondere non è provenuto certamente da indolenza
del mio animo: ma bensì dall’essermi ritrovata a Piacenza con tutta
la mia famiglia, mentre il suo foglio arrivò a Parma. Cessata la pena
del veder la mia Adelaide inferma, io me ne stava contenta: ma l’av-
versa fortuna, che non è mai stanca di rinnovarmi i dispiaceri, mi fece
capitare una lettera, dalla quale intesi che la cara madre mia era amma-
lata. Io non le so dire quanto sentii in quel punto di essere infelice.
Partii subito per Piacenza: il ritrovarmi in compagnia di mio marito
mi teneva in qualche modo confortata nella speranza di vedere di nuovo
ristabilita in salute la madre mia. Così è avvenuto dopo molti giorni
d’affanno. In questo mezzo anche il mio Emilietto ammalò di flogosi
alle fauci: mediante un salasso, e la dieta, ora sta bene. Premessi i detti