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io intraprenderò subito, poiché l’idea le piace) mi sarà molto più facile a Recanati, in mezzo alla mia libreria, di quel che sarebbe in Bologna, dove dei moltissimi libri che bisognerebbe consultare, anzi leggere attentamente per quel lavoro, io non ne avrei meco neppur uno: e il lavorar nelle biblioteche pubbli- che mi è assolutamente impossibile, perchè quando io sono in presenza d’altri, non son buono a studiare. Aspetterò la sua rispo- sta in tal proposito, e quando a lei non dispiaccia, partirò per Recanati alla fin del mese. Il volume, o volumi, dell’Antologia, secondo la mia intenzione, dovrebbero appresso a poco corri- spondere a 600 pagine in buon ottavo, caratteri e margini non troppo grandi. Ho fatto associare al suo Cicerone latino-italiano 11 conte Antonio Saffi di Forlì,1 che ora è in Bologna. Gli ho fatto avere il primo volume da Brighenti. Gli altri desidera di averli in Milano, dove si porterà fra poco. E un giovane signore molto studioso, che verrà a trovarla, e forse le parlerà di alcune sue traduzioni di Cicerone, di cui si sta occupando. Non man- cherò, venendomi fatto qualche articolo del mio dizionario, che mi paia acconcio a poter figurar da se solo, di mandarlo pel Nuovo Ricoglitore. Non mi è occorso mai di vedere l’Antologia poe- tica del Brancia, bench’io la conosca di nome. I miei cordiali saluti a tutti i suoi, ed ella accetti i miei abbracciamenti, e mi conservi il suo amore.

1004. Di Antonio Fortunato Stella.
Milano 25 otti 1826

Signore ed Amico amatiss."10 Ritornato dalla campagna trovo qui la cariss. sua del 18. Niente di meglio della casa propria, e poco l’amerei, se non approvassi il pen- siero suo di passare l’inverno a Recanati. Se poi s’aggiunge il deside- rio de’ suoi, tanto più convien farlo. Vada adunque, si curi e stia bene, chè questo varrà quanto mai a compensarmi non solo della distanza maggiore da Milano, ma anche del piacere che avrei provato nel tro- varla a Bologna al mio passaggio.