io intraprenderò subito, poiché l’idea le piace) mi sarà molto
più facile a Recanati, in mezzo alla mia libreria, di quel che
sarebbe in Bologna, dove dei moltissimi libri che bisognerebbe
consultare, anzi leggere attentamente per quel lavoro, io non
ne avrei meco neppur uno: e il lavorar nelle biblioteche pubbli-
che mi è assolutamente impossibile, perchè quando io sono in
presenza d’altri, non son buono a studiare. Aspetterò la sua rispo-
sta in tal proposito, e quando a lei non dispiaccia, partirò per
Recanati alla fin del mese. Il volume, o volumi, dell’Antologia,
secondo la mia intenzione, dovrebbero appresso a poco corri-
spondere a 600 pagine in buon ottavo, caratteri e margini non
troppo grandi. Ho fatto associare al suo Cicerone latino-italiano
11 conte Antonio Saffi di Forlì,1 che ora è in Bologna. Gli ho
fatto avere il primo volume da Brighenti. Gli altri desidera di
averli in Milano, dove si porterà fra poco. E un giovane signore
molto studioso, che verrà a trovarla, e forse le parlerà di alcune
sue traduzioni di Cicerone, di cui si sta occupando. Non man-
cherò, venendomi fatto qualche articolo del mio dizionario, che
mi paia acconcio a poter figurar da se solo, di mandarlo pel Nuovo
Ricoglitore. Non mi è occorso mai di vedere l’Antologia poe-
tica del Brancia, bench’io la conosca di nome. I miei cordiali
saluti a tutti i suoi, ed ella accetti i miei abbracciamenti, e mi
conservi il suo amore.
1004. |
Di Antonio Fortunato Stella. |
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Signore ed Amico amatiss."10
Ritornato dalla campagna trovo qui la cariss. sua del 18. Niente
di meglio della casa propria, e poco l’amerei, se non approvassi il pen-
siero suo di passare l’inverno a Recanati. Se poi s’aggiunge il deside-
rio de’ suoi, tanto più convien farlo. Vada adunque, si curi e stia bene,
chè questo varrà quanto mai a compensarmi non solo della distanza
maggiore da Milano, ma anche del piacere che avrei provato nel tro-
varla a Bologna al mio passaggio.